Da indennità di frequenza ad accompagnamento

Da indennità di frequenza ad accompagnamento: è possibile percepirle assieme? Si può scegliere la prestazione più favorevole? Ne parliamo in questo articolo.
 - 
10/12/23

In questo approfondimento vi diremo come passare da indennità di frequenza ad accompagnamento e se le due misure sono compatibili (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Da indennità di frequenza ad accompagnamento

Indennità di frequenza e accompagnamento sono compatibili? Possono essere percepite assieme? Come passare da indennità di frequenza ad accompagnamento?

Purtroppo le due indennità sono incompatibili e non cumulabili. Significa che chi percepisce l’indennità di frequenza non può ricevere, contemporaneamente, pure l’indennità di accompagnamento. E viceversa.

Lo stesso discorso vale per le indennità riconosciute ai ciechi civili e parziali e l’indennità di comunicazione per i sordi civili.

Entra nella community, informati e fai le tue domande su YouTube e Instagram.

Indennità di frequenza e accompagnamento: quale scegliere?

L’unica possibilità concessa dallo Stato riguarda l’opportunità di scegliere il trattamento più favorevole, dal punto di vista economico.

Se l’invalido minorenne rispetta i requisiti per l’indennità di frequenza e per richiedere l’accompagnamento (la non autosufficienza), può decidere quale prestazione richiedere.

Ovviamente, importi alla mano, converrebbe di più presentare domanda per l’accompagnamento, considerato che l’importo mensile è più alto (527,16 euro) rispetto al valore di un mese di indennità di frequenza (313,91 euro).

Cos’è l’indennità di frequenza e a chi spetta?

Abbiamo visto che indennità di frequenza e accompagnamento non sono cumulabili e come passare da indennità di frequenza ad accompagnamento, ora entriamo nel dettaglio delle due prestazioni.

L’indennità di frequenza spetta agli invalidi civili di minore età (sotto i 18 anni), erogata a sostegno dell’inserimento scolastico per tutta la durata della frequenza di corsi, lezioni o cicli riabilitativi.

Dunque, l’indennità di frequenza è strettamente collegata alla frequenza di corsi di studio in scuole pubbliche o private (a iniziare dall’asilo nido), oppure di corsi di formazione professionale o, ancora, di trattamenti terapeutici, riabilitativi o di recupero in centri specializzati.

Per ottenere l’indennità è necessario presentare all’INPS un’apposita domanda, allegando il certificato medico in cui risultano le patologie di cui è affetto il minore.

Nella domanda, da inviare telematicamente all’INPS prima dell’inizio o durante i corsi o i cicli terapeutici, vanno segnalate le difficoltà riscontrate dal minore nello svolgere compiti e funzioni proprie dell’età, attestando i cicli terapeutici o riabilitativi e l’iscrizione a corsi di studio o di formazione professionale. Se il minore è ricoverato in una struttura sanitaria per lungo periodo, l’indennità non spetta.

Cos’è l’accompagnamento e a chi spetta?

L’accompagnamento, invece, è una prestazione assistenziale erogata agli invalidi totali non autosufficienti.

Quindi, oltre al riconoscimento del 100% di invalidità, per ricevere l’indennità è obbligatorio essere stati riconosciuti non autosufficienti, ovvero impossibilitati a deambulare senza assistenza o a svolgere atti quotidiani di vita, come lavarsi, mangiare, vestirsi, senza l’aiuto di qualcuno.

L’accompagnamento non spetta in caso di ricovero in ospedale, di lunga durata, con retta a carico dello Stato. Una sentenza della Cassazione datata 26 ottobre 2022, però, ha riconosciuto l’indennità a una persona invalida non autosufficiente ricoverata in ospedale, poiché le cure offerte dalla struttura sanitaria non esaurivano tutte le esigenze del ricoverato.

Dunque, se il titolare di accompagnamento riceve tutte le cure e l’assistenza possibili in ospedale, non avrà più bisogno dell’indennità. In caso contrario, potrà continuare a ricevere l’accompagnamento, anche se ricoverato.

Indennità di frequenza e accompagnamento: quali sono le differenze?

Le differenze tra le due indennità sono soprattutto di tipo economico. Chi richiede l’indennità di frequenza deve possedere un reddito personale annuo non superiore a 5.391,88 euro. Infatti, la prestazione è riservata solo alle famiglie con minori disabili, in difficoltà economiche.

L’importo mensile dell’indennità di frequenza, aggiornato al 2023, è di 313,91 euro, per 12 mensilità (non spettano tredicesima e quattordicesima).

Il valore dell’indennità di accompagnamento, sempre su 12 mensilità, è di 527,16 euro, ma a differenza dell’indennità di frequenza spetta senza alcun limite reddituale e a prescindere dall’età anagrafica.

Da indennità di frequenza ad accompagnamento
Da indennità di frequenza ad accompagnamento: in foto due bambine che ballano.

Faq su indennità di frequenza e accompagnamento

Cosa succede all’indennità di frequenza al compimento dei 18 anni?

Una volta maggiorenne, l’invalido perde il diritto all’indennità di frequenza, che si trasforma, a seconda della percentuale di invalidità riconosciuta, in assegno mensile di assistenza (dal 74 al 99% di invalidità) o in pensione di inabilità civile (100% di invalidità).

Quando non viene pagata l’indennità di frequenza?

L’indennità è erogata per l’intera durata della frequenza, con un limite massimo di 12 mensilità. Tuttavia, durante i periodi di ricovero prolungati e continui, o una volta terminata la frequenza presso la scuola, il centro ambulatoriale o il centro di formazione, l’erogazione dell’indennità viene sospesa.

Chi percepisce l’indennità di accompagnamento può vivere da solo?

La legge attuale non impone alcuna restrizione sulla libertà personale delle persone che ricevono l’indennità di accompagnamento. Piuttosto, viene prevista la possibilità di valutare quali persone con disabilità necessitino di un accompagnatore, senza che ciò comporti alcun obbligo nei loro spostamenti.

Posso trasferire l’accompagnamento a un mio parente?

No, l’accompagnamento non è trasferibile. Questo perché l’accompagnamento è un diritto personale, che si basa sulle specifiche necessità di assistenza della persona che lo richiede.

Posso lavorare mentre percepisco l’indennità di accompagnamento?

Sì, non esistono regole che vietano di lavorare mentre si percepisce l’indennità di accompagnamento. Tuttavia, se la persona che beneficia dell’indennità è in grado di svolgere un’attività lavorativa, potrebbe essere rivalutata la necessità di assistenza continua.

Ecco gli articoli preferiti dagli utenti sull’invalidità civile:

Your Title Goes Here

Your content goes here. Edit or remove this text inline or in the module Content settings. You can also style every aspect of this content in the module Design settings and even apply custom CSS to this text in the module Advanced settings.

Entra nei gruppi

Ricevi ogni giorno gratis e senza spam i migliori articoli sull’invalidità e sulla Legge 104. Scegli il gruppo che ti interessa:

Telegram (Consigliato) / privacy

WhatsApp / privacy

Facebook

Importante:

  • Sul gruppo Telegram è possibile commentare le notizie e confrontarsi in chat;
  • Sul gruppo WhatsApp non si può scrivere, pubblichiamo noi le notizie due volte al giorno;
  • I post nel gruppo Facebook sono moderati. Pubblichiamo solo quelli utili alla comunità. I commenti sono liberi, ma controllati.

Ci riserviamo di bannare ed escludere dai gruppi persone violente/aggressive o che si comportano contro i nostri valori.