Indennità di accompagnamento: rivalutazione sparita

Indennità di accompagnamento: rivalutazione sparita, nel cedolino di gennaio non c’è il previsto aumento. Abbiamo cercato di capire perché. In una nota dell’istituto c’era già un riferimento: l’adeguamento sarebbe stato minimo, ma non si spiega perché e se è solo una questione temporanea, in attesa di rifare i calcoli.
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2/4/23

Indennità di accompagnamento senza rivalutazione, la brutta sorpresa nel cedolino di gennaio 2023. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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Sono molti i lettori che hanno segnalato questa “stranezza”. L’applicazione della rivalutazione al 7,3 per cento, o meglio al 5,3, perché il 2 per cento è già stato riconosciuto come anticipo a settembre, non è stata adottata per le indennità di accompagnamento.

Sono aumentate, ma di un nulla: da 525 a 527 euro. L’incremento atteso avrebbe dovuto portare la cifra del sostegno economico intorno a 560 euro. Alcuni beneficiari hanno segnalato aumenti ancora più lievi. C’è anche chi aveva ricevuto nell’ultima mensilità 525 euro e ora se ne ritrova 521, addirittura in meno.

Cerchiamo di capire perché.

Su questo argomento puoi anche leggere un post che spiega se l’indennità di accompagnamento può andare alla badante; in un altro articolo si racconta quanto tempo deve passare tra il riconoscimento dell’indennità e l’arrivo dei primi soldi.

Indennità di accompagnamento senza rivalutazione: cosa succede

L’aumento da 525 a 527 euro era stato riportato dall’INPS nella nota dove sono comunicati tutti gli adeguamenti all’inflazione (sotto questo paragrafo puoi scaricare il pdf). Non si tratta quindi di un “errore”, o meglio di una sfortunata casualità. 

L’ente di previdenza ha deciso da giorni che per l’indennità di accompagnamento la rivalutazione non avrebbe dovuto essere come per (quasi) tutte le altre prestazioni del 7,3 per cento (2 + 5,3), ma dell’1,3 per cento

Anche in questo caso, però, i calcoli sono sbagliati: una rivalutazione dell’1,3 per cento equivale a un incremento dell’indennità di 6 euro e non di 2.

Non è accaduto per altre misure, infatti l’assegno agli invalidi civili parziali che era di 292,55 euro nel 2022, a gennaio sarà di 313,91 euro. Significa che l’incremento è stato riconosciuto in pieno.

Evidentemente non tutti gli invalidi hanno gli stessi diritti. Almeno per l’INPS.

Qui trovi la nota INPS sugli adeguamenti.

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Indennità di accompagnamento senza rivalutazione e non solo

Il mancato adeguamento alla rivalutazione non riguarda solo l’indennità di accompagnamento.

Ma anche queste misure:

  • ciechi civili con sola indennità speciale: sono passati da 215,35 a 217,64;
  • ciechi civili con pensione e indennità di accompagnamento: sono passati da 946,80 a 959,21 euro (avrebbero dovuto superare i 1000 euro);
  • sordomuti con pensione e indennità di comunicazione: sono passati da 259,75 a 261,11 euro;
  • sordomuti con la sola indennità di comunicazione: sono passati da 259,75 a 261,11 euro.

Indennità di accompagnamento senza rivalutazione, la tabella

Nell’intestazione della tabella INPS con tutti gli adeguamenti si legge (a ulteriore conferma):

Valori provvisori 2023

  • Pensioni e limiti di reddito; 7,30 per cento;
  • Limiti di reddito invalidità civile: 5,10 per cento;
  • Indennità invalidi civili 1,31 per cento.

Ripetiamo: per quale motivo alle indennità è stato applicato solo l’1,31 per cento di rivalutazione?

Oltretutto, come abbiamo visto, alla fine la percentuale è stata anche più bassa, ridotta di un ulteriore terzo. Siamo infatti intorno allo 0,5 per cento.

Non si fa riferimento in nessuna normativa a una diversificazione della rivalutazione tra misure di sostegno per la disabilità. La discussione sugli adeguamenti all’inflazione ha riguardato solo la parziale esclusione delle pensioni superiori a 2.100 euro lorde.

Mai una parola sull’indennità di accompagnamento. Sarebbe stata rivalutata come le altre prestazioni, proprio come è accaduto a inizio 2022.

Indennità di accompagnamento senza rivalutazione, il silenzio

Al momento l’INPS non spiega, non dice nulla. Non lo ha fatto neppure quando ha diffuso la circolare con l’incremento solo ridotto per le indennità (in particolare quella di accompagnamento).

Ovvero: 

  • non è stato specificato se l’aumento complessivo è stato solo rinviato a febbraio; 
  • se le decisioni in extremis del governo hanno costretto l’ente a rifare i calcoli;
  • se c’è stato un qualsiasi altro motivo che spiegasse perché proprio il sostegno economico dedicato alle persone non autosufficienti sia rimasto invariato. 

Non si dice neppure se l’adeguamento è questo e non ce ne sarà un altro.

Un silenzio che non può essere giustificato. Probabile che dopo le feste l’istituto di previdenza chiarisca con una nota quello che è successo. Magari a partire già da domani. 

Ce lo auguriamo, ma non c’è da essere molto ottimisti. Sulla questione sarebbe opportuno un intervento del governo. In particolare se l’esecutivo intende dimostrare che davvero c’è l’intenzione di migliorare il sistema di assistenza e sostegno per le persone con disabilità.

Nell’immagine una persona strappa un foglio di carta

Indennità di accompagnamento senza rivalutazione, e il governo?

Sul punto non ci sono ancora dichiarazioni. Le ultime parole del governo sulla disabilità sono come al solito ricche di buoni auspici. Qualche giorno fa, all’indomani dell’approvazione della manovra di bilancio, la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, aveva dichiarato: “Con la legge di bilancio che ha ottenuto il via libera definitivo dal Senato siamo riusciti a dare dei segnali importanti, in particolare per le fasce più deboli del nostro Paese, confermando l’attenzione del governo verso i più fragili”.

Sarebbe il caso di rendere concreti questi “segnali importanti” , imporre all’INPS  di chiarire quello che è accaduto e dare le giuste, corrette e rassicuranti informazioni ai tanti cittadini che ricevono l’indennità di accompagnamento. Sono tutte persone non autosufficienti. La categoria più fragile tra i fragili.

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