Chi riscuote l’indennità di accompagnamento? Posso delegare qualcuno alla riscossione dell’assegno mensile? (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Chi riscuote l’indennità di accompagnamento
L’INPS eroga l’indennità di accompagnamento in favore della persona disabile. Ciò significa che, l’avente diritto individuato nella figura del disabile riceve, ogni mese, il contributo economico spettante sul proprio conto corrente o l’assegno viene ritirato presso gli uffici postali.
In sintesi: chi riscuote l’indennità di accompagnamento, è il titolare dell’assegno, perché la legge non prevede che la persona invalida possa intestare l’indennità a chi lo assiste, come ad esempio a un familiare o a una badante.
Tuttavia, per legge è possibile delegare una persona che riscuota al posto tuo, ogni mese, l’assegno di accompagnamento.
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La delega
Solitamente, ad assistere una persona invalida totale e incapace di deambulare o di compiere da sola gli atti della vita quotidiana, titolare di indennità di accompagnamento, è un suo familiare.
Tuttavia, il familiare, che svolge il ruolo di “accompagnatore”, non riceve alcuna somma di denaro da parte delle istituzioni: non viene previsto un sostegno economico, né tantomeno, morale.
La legge, però, permette la possibilità di riscossione delle pensioni in banca o alla Posta, attraverso la delega.
In questo caso, è sufficiente compilare il modello AP70 disponibile nella sezione dedicata nel sito online dell’INPS. Ricordiamo che la delega alla riscossione presso terzi è disciplinata dall’ex articolo 21, comma 2, del DPR 445/2000.
Quindi: un familiare o qualsiasi altra persona, delegata dalla persona invalida, può riscuotere l’indennità di accompagnamento.
Dipenderà poi dagli accordi presi se la somma in denaro verrà consegnata al titolare dell’indennità o verrà trattenuta dall’accompagnatore, in modo da utilizzarla per tutte le necessità della persona disabile che assiste.
L’INPS ti ha riconosciuto l’accompagnamento e gli arretrati che ti spettano. Vuoi sapere come spendere l’indennità di accompagnamento e se ci sono limiti di spesa o di utilizzo. Ne parliamo in questo approfondimento.
Possibilità di trasferimento su altro conto
Abbiamo visto a chi viene intestata l’indennità di accompagnamento, ovvero direttamente alla persona non autosufficiente.
L’assegno, poi, su delega della stessa persona non autosufficiente, può essere riscosso dal familiare alla Posta, ma comunque è sempre intestato al disabile, che ne è l’unico titolare.
Visto che l’indennità mensile nasce con lo scopo di fornire un aiuto economico al disabile relativamente alle spese di assistenza, la stessa persona non autosufficiente può decidere di versare la somma dell’assegno al familiare che lo assiste.
Riassumendo: per utilizzare la somma dell’assegno di accompagnamento ai fini della copertura delle spese relative all’assistenza alla persona non autosufficiente, il familiare che se ne prende cura può:
- essere delegato al ritiro dell’assegno di accompagnamento e poi utilizzarlo per l’assistenza alla persona disabile;
- ricevere l’importo dell’assegno (in parte o in tutto) dal titolare dell’indennità, sia in contanti e sia tramite bonifico bancario.
Accompagnamento, tutto quello che ti spetta se sei stato riconosciuto invalido totale e senza possibilità di deambulare da solo o di compiere gli atti della vita quotidiana senza assistenza.
Requisiti per l’accompagnamento
Una volta chiarito chi riscuote l’indennità di accompagnamento, come si può delegare una persona alla riscossione e se si può trasferire la somma una volta riscossa, ricordiamo quali sono i requisiti per richiedere l’indennità.
I requisiti per aver diritto all’indennità di accompagnamento sono:
- invalidità totale e permanente del 100% riconosciuta;
- impossibilità di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore;
- in alternativa, impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita e conseguente necessità di assistenza;
- cittadinanza italiana o europea, o cittadinanza di un Paese extraeuropeo, se l’interessato è in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo;
- residenza in Italia.
Per chi ha meno di 18 anni o più di 65 anni non si può parlare di invalidità nel senso proprio del termine, perché non si può far riferimento alla riduzione della capacità lavorativa: si deve allora valutare la capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.
Come riscuotere l’indennità di accompagnamento? Ecco i modi possibili, a chi spetta la prestazione e come ottenerla.
Importo dell’assegno
L’importo mensile dell’indennità di accompagnamento è pari a 527,16 euro, per l’anno 2023. L’importo annuale è dunque pari a 6.325,92 euro, in quanto la prestazione spetta per 12 mensilità e non si ha diritto alla tredicesima.
L’assegno è un reddito esente da IRPEF, cioè non è soggetto a tassazione: non deve pertanto essere inserito nel 730 o nel modello Unico, né del disabile, né del familiare che lo assiste al quale è eventualmente versato l’assegno dal disabile.
Secondo una recente sentenza del Consiglio di Stato, inoltre, l’assegno di accompagnamento non deve più essere inserito nell’ISEE del nucleo familiare, in quanto costituisce una prestazione di assistenza e non un reddito (Cons. St. sent. n. 842/2016).
Dove fare la domanda per l’accompagnamento? Ecco le possibilità a disposizione del cittadino e come si sviluppa la procedura per ottenere l’indennità.

Compatibilità e incompatibilità
L’indennità di accompagnamento è incompatibile con altre indennità, spettanti al disabile, finalizzate all’assistenza personale continuativa, come l’assegno riconosciuto dall’INAIL o quello erogato dalle Regioni, o con le prestazioni per invalidità contratta per cause di servizio, lavoro o guerra. Si può comunque scegliere il trattamento più favorevole.
La prestazione è invece compatibile:
- con altri trattamenti assistenziali, come la pensione di inabilità civile o l’assegno mensile di invalidità;
- con altri trattamenti previdenziali, come la pensione di vecchiaia e anticipata o di reversibilità.
Per la concessione dell’accompagnamento non rilevano, in ogni caso, né i redditi dell’invalido, né quelli del familiare che presta assistenza.
Se il familiare che assiste il disabile ha diritto a delle prestazioni economiche dirette collegate all’assistenza, come Home care premium dell’INPS, queste non fanno perdere all’invalido il diritto all’accompagno, in quanto come abbiamo detto l’assegno non è legato a limiti di reddito personali o familiari.
L’accompagnamento, d’altra parte, non fa perdere il diritto alle eventuali prestazioni spettanti al familiare del disabile (solitamente collegate all’indicatore ISEE, cioè all’indice che “misura la ricchezza” della famiglia), perché, come abbiamo detto, non deve più essere inserito nell’ISEE del nucleo familiare, in quanto costituisce una prestazione di assistenza e non un reddito.
In diverse regioni italiane è possibile ottenere un sostegno economico che aiuti chi si prende cura di persone con grave disabilità. Elenchiamo i Bonus caregiver regionali attivi e mostriamo le modalità per richiederli.
FAQ (domande e risposte)
Quando viene erogato l’assegno di accompagnamento?
L’assegno di accompagnamento viene erogato mensilmente, direttamente sul conto corrente o sulla carta prepagata del beneficiario.
Il giorno preciso di erogazione può variare a seconda della regione o del comune di residenza, ma solitamente avviene nei primi giorni del mese successivo a quello di riferimento.
Sul nostro sito, ogni mese riportiamo il calendario dei pagamenti dell’assegno di accompagnamento e di tutte le prestazioni economiche erogate dall’INPS.
Posso ricevere altre prestazioni economiche oltre all’indennità di accompagnamento?
Sì, l’indennità di accompagnamento può essere cumulata con altre prestazioni economiche, come la pensione o l’assegno per il nucleo familiare. È importante sottolineare che la compatibilità tra le diverse prestazioni è sempre da verificare caso per caso.
Posso lavorare mentre percepisco l’indennità di accompagnamento?
Sì, non esistono regole che vietano di lavorare mentre si percepisce l’indennità di accompagnamento. Tuttavia, se la persona che beneficia dell’indennità è in grado di svolgere un’attività lavorativa, potrebbe essere rivalutata la necessità di assistenza continua.
È possibile richiedere la Legge 104 se ricevo l’indennità di accompagnamento?
Sì, è possibile richiedere i benefici previsti dalla Legge 104 anche se si percepisce l’indennità di accompagnamento. La Legge 104 prevede agevolazioni e diritti per le persone con handicap grave, e la sua applicabilità non è legata alla percezione dell’indennità di accompagnamento.
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