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Disabilità gravissima: cosa significa e a cosa si ha diritto

Cerchiamo di capire cosa significa disabilità gravissima, a cosa si ha diritto e in cosa si differenzia dalla disabilità media e grave.
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23/9/23

Quando un disabile è riconosciuto gravissimo? Cosa significa disabilità gravissima e quali sono i parametri con i quali vengono definiti i diversi gradi di disabilità? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Nonostante la presenza della definizione “disabilità gravissima”, è difficile ad oggi stabilire le caratteristiche delle persone disabili con tale livello di disabilità.

Questa difficoltà, non permette di poter fare una stima esatta di quante siano davvero le persone con disabilità gravissima e quindi di “riconoscerle” e di salvaguardare le loro necessità, soprattutto in campo assistenziale.

Tuttavia, ci sono dei parametri largamente utilizzati dai medici valutatori dell’invalidità, che ci permettono di individuare cosa viene preso in considerazione per riconoscere le persone disabili gravissime.

Cerchiamo quindi di capire cosa significa disabilità gravissima, sulla base di quali caratteristiche viene valutata e  a cosa si ha diritto con il riconoscimento di questo grado di disabilità.

Indice

Cosa significa disabilità gravissima?

Vediamo cosa significa disabilità gravissima o, meglio, cosa viene preso in considerazione dai medici valutatori per l’invalidità, nel momento in cui devono decidere se una disabilità può essere riconosciuta “gravissima”.

La disabilità gravissima è associata alla non autosufficienza (allegato 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013).

Un disabile considerato gravissimo è colui che ha necessità di avere l’accompagnamento (Legge 11 febbraio 1980, n. 18), perché non è in grado di deambulare da solo o di compiere gli atti normali della vita quotidiana senza assistenza continua.

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Cosa significa disabilità gravissima e quali condizioni sanitarie devono essere verificate?

Per riconoscere la non autosufficienza e l’indennità di accompagnamento, i medici valutatori verificano la presenza di almeno una delle seguenti condizioni (articolo 3 del Decreto interministeriale del 26 settembre 2016):

  • persone in condizione di coma, stato vegetativo oppure di stato di minima coscienza e con punteggio nella scala Glasgow Coma Scale (GCS) minore o uguale a10;
  • persone dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa per 24 ore al giorno e 7 giorni su 7;
  • persone con lesioni spinali fra C0/C5, di qualsiasi natura, con livello della lesione, identificata dal livello sulla scala ASIA Impairment Scale (AIS) di grado A o B;
  • persone con deprivazione sensoriale complessa intesa come compresenza di minorazione visiva totale o con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione o con residuo perimetrico binoculare inferiore al 10 per cento e ipoacusia, a prescindere dall’epoca di insorgenza, pari o superiore a 90 decibel HTL di media fra le frequenze 500, 1000, 2000 hertz nell’orecchio migliore;
  • persone con gravissima disabilità comportamentale dello spettro autistico ascritta al livello 3 della classificazione del DSM-5;
  • ogni altra persona in condizione di dipendenza vitale che necessiti di assistenza continuativa e monitoraggio nelle 24 ore, sette giorni su sette, per bisogni complessi derivanti dalle gravi condizioni psicofisiche.

Cosa significa disabilità gravissima. Disabilità e non autosufficienza: cosa significa, differenze e agevolazioni. Tutti i dettagli in questo approfondimento.

Se si pensa all’assistenza disabili, il riferimento normativo immediato è la ben nota Legge 104/1992. Si tratta di un provvedimento legislativo che prescrive l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone diversamente abili. Esiste però un’altra legge altrettanto utile per l’assistenza della persona non autosufficiente: è la Legge 162, che interviene a sostegno dei disabili gravi proprio come la legge 104. Non tutti però la conoscono: il rischio è quello di perdere delle agevolazioni. Il video sotto ti spiega di cosa si tratta:

Cosa significa disabilità gravissima? Cosa vuol dire che chi ha l’accompagnamento può anche lavorare?

Dobbiamo un attimo soffermarci sulla definizione di disabilità gravissima e sulla valutazione che ancora oggi viene fatta in Italia.

Abbiamo visto, nel paragrafo precedente, con quali condizioni sanitarie viene riconosciuta la disabilità gravissima e quindi anche l’indennità di accompagnamento.

Tuttavia, chi è invalido totale (100%) e percepisce indennità di accompagnamento, può anche svolgere un’attività lavorativa e, in alcuni casi, anche guidare l’automobile.

Ma allora, ci chiediamo: come viene distinta realmente la disabilità gravissima da quella grave e media?

Non è una domanda banale, perché la distinzione è molto importante ai fini dell’assistenza specifica che deve essere assicurata per ogni soggetto disabile e in base al suo grado di disabilità.

Una recente ricerca (puoi scaricarla a questo link) ha dedicato molte pagine al concetto che abbiamo appena esposto. La conclusione di questa ricerca, è la scelta della seguente definizione:

è persona con disabilità gravissima chi necessita di assistenza continua 24 ore su 24, a volte prestata anche da più persone contemporaneamente, l’interruzione della quale, anche per un periodo molto breve, può portare a complicanze gravi o anche alla morte”.

Questa definizione evidenzia l’aspetto assistenziale, facendolo prevalere su quello clinico, che è quello su cui ancora oggi si basa la valutazione dei medici valutatori.

Nella ricerca, inoltre, viene auspicato un utilizzo diffuso della Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità (ICF) dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Questa classificazione, infatti, fornisce indicazioni non solo sullo stato di salute ma anche sul grado di integrazione sociale della persona con disabilità.

L’ICF, in pratica, dovrebbe diventare lo strumento che permette di definire esattamente la disabilità gravissima e che dovrebbero utilizzare tutti i medici valutatori per fare le loro valutazioni.

Del resto, sappiamo che il Piano per la non autosufficienza e i decreti attuativi che il governo sta approvando, mirano anche all’adozione dell’utilizzo dell’ICF, per fornire una nuova definizione di disabilità, soprattutto in linea con quella data dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e sulla progettazione di una nuova e più personalizzata assistenza alle persone con disabilità gravissima: ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo.

Cosa significa disabilità gravissima. Leggi anche tutti i più importanti progetti del Governo per le persone con disabilità che dovranno essere concretizzati entro la fine del 2024.

Cosa significa disabilità gravissima
Disabilità gravissima: cosa significa e a cosa si ha diritto.

Cosa significa disabilità gravissima e da cosa si differenzia con la disabilità media e grave?

Abbiamo cercato di capire cosa significa disabilità gravissima e abbiamo visto le difficoltà che portano a differenziare questa da altri gradi di disabilità e quindi assicurare la giusta assistenza.

Le diverse condizioni sanitarie, infatti, comportano un diverso trattamento e il Governo, nel corso dei decenni, nel tentativo di elaborarne le non facili definizioni, è intervenuto con numerosi inquadramenti normativi che hanno solo generato ancora più confusione.

Cerchiamo di capire, attraverso la tabella che ti mostriamo sotto, qual è attualmente la situazione. Nella tabella prendiamo in considerazione le categorie di invalidi e in base a quali parametri vengono considerati disabili medi, gravi o gravissimi:

CategorieDisabilità MediaDisabilità GraveNon autosufficienza
Invalidi civili di età compresa tra 18 e 65 anniInvalidi 67% – 99% (D.lgs. 509/88)Inabili totali (Legge 118/71, artt. 2 e 12)Cittadini di età compresa tra 18 e 65 anni con diritto all’indennità di accompagnamento (Legge 508/88, art. 1, comma 2, lettera b)
Invalidi civili minori di etàMinori di età con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età (Legge 118/71, art. 2 – diritto all’indennità di frequenza)Minori di età con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età e in cui ricorrano le condizioni di cui alla Legge 449/1997, art. 8 o della Legge 388/2000, art. 30Minori di età con diritto all’indennità di accompagnamento (Legge 508/88, art. 1)
Invalidi civili ultrasessantacinquenniUltrasessantacinquenni con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età, invalidi 67% – 99% (D.lgs. 124/98, art. 5, comma 7)Ultrasessantacinquenni con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età, inabili 100% (D.lgs. 124/98, art. 5, comma 7)Cittadini ultrasessantacinquenni con diritto all’indennità di accompagnamento (L. 508/88, art. 1, comma 2, lettera b)
Ciechi civiliArt 4 Legge 138/2001Ciechi civili parziali (Legge 382/70 – Legge 508/88 – Legge 138/2001)Ciechi civili assoluti (Legge 382/70 – Legge 508/88 – L. 138/2001)
Sordi civiliInvalidi Civili con cofosi esclusi dalla fornitura protesica (DM 27/8/1999, n. 332)Sordi pre-linguali, di cui all’art. 50 Legge 342/2000 
INPSInvalidi (Legge 222/84, artt. 1 e 6 – D.lgs. 503/92, art. 1, comma 8)Inabili (Legge 222/84, artt. 2, 6 e 8)Inabili con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa (Legge 222/84, art. 5)
INAILInvalidi sul lavoro 50% -79% (DPR 1124/65, art. 66);  Invalidi sul lavoro 35% – 59 % (D.lgs. 38/2000, art.13 – DM 12/7/2000Legge 296/2006, art 1, comma 782)Invalidi sul lavoro 80% – 100% (DPR 1124/65, art. 66) Invalidi sul lavoro con percentuale maggiore al 59% (D.lgs. 38/2000, art. 13 – DM 12/7/2000 – Legge 296/2006, art 1, comma 782)Invalidi sul lavoro con diritto all’assegno per l’assistenza personale e continuativa (DPR 1124/65 – art. 66); Invalidi sul lavoro con menomazioni dell’integrità psicofisica di cui alla Legge 296/2006, art 1, comma 782, punto 4
INPS gestione ex INPDAPInabili alle mansioni (Legge 379/55, DPR 73/92 e DPR 171/2011)Inabili (Legge 274/1991, art. 13 – Legge 335/95, art. 2) 
Trattamenti di privilegio ordinari e di guerraInvalidi con minorazioni globalmente ascritte alla terza ed alla seconda categoria Tab. A DPR 834/81 (71% – 80%)Invalidi con minorazioni globalmente ascritte alla prima categoria Tab. A DPR 834/81 (81% – 100%)Invalidi con diritto all’assegno di superinvalidità (Tabella E allegata al DPR 834/81)
Cosa significa disabilità gravissima: tabella con le categorie di invalidi e i parametri utilizzati per riconoscere la disabilità media, grave o gravissima

A parte la mole dei riferimenti normativi che salta subito all’occhio, c’è qualcosa anche di più confusionario che va annotato.

Hai fatto attenzione al criterio individuato per valutare i minori con disabilità grave? Praticamente, è previsto che i minori, per essere considerati invalidi gravi, debbano avere persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età e in più debbano ricorrere le condizioni di cui all’articolo 8 della Legge 499/1997 o dell’articolo 30 della Legge 388/2000.

La Legge 499/1997 si riferisce alle agevolazioni fiscali sui veicoli, indicando una ridotta incapacità motoria ed escludendo le menomazioni che non siano fisiche, ovvero prendendo in considerazione solo quelle sensoriali e intellettive.

L’articolo 30 della Legge 388/2000, sempre riguardante le agevolazioni fiscali, si riferisce invece alle disabilità psichiche e mentali con handicap grave (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992), tali da determinare l’indennità di accompagnamento.

In pratica, il primo riferimento normativo è praticamente superfluo, visto che il secondo lo comprende e lo definisce ulteriormente. Il secondo, però, è del tutto inutile, perché se una persona con disabilità intellettiva minorenne è titolare dell’indennità di accompagnamento, ricade sotto la terza categoria e cioè quella della non autosufficienza.

Insomma, i parametri di valutazione a tutt’oggi presi in considerazione, ci fanno capire che c’è ancora molta confusione sulla definizione di disabilità media, grave e gravissima e il Governo ha molto da lavorare su questo aspetto.

Vediamo adesso, sulla base della definizione di disabilità gravissima attuale, qual è l’iter da seguire per essere riconosciuti disabili gravissimi e a cosa si ha diritto.

Che ci sia ancora tanta confusione sulle definizioni e le valutazioni, lo dimostra anche il fatto che, oltre a poter lavorare con il riconoscimento dell’invalidità totale, l’indennità di accompagnamento, in alcuni casi, viene concessa anche ad anziani autosufficienti: leggi di cosa si tratta.

Cosa significa disabilità gravissima e come fare domanda per il riconoscimento?

Abbiamo tentato di capire cosa significa disabilità gravissima e ti abbiamo mostrato quali sono i parametri presi in considerazione dai medici valutatori.

La condizione di disabilità totale e non autosufficienza viene valutata innanzitutto da una Commissione Medica dell’ASL integrata da un medico dell’INPS.

C’è una procedura specifica che bisogna seguire per presentare domanda di invalidità civile e che ti spieghiamo dettagliatamente nella nostra guida dedicata.

Una volta che la Commissione Medica dell’ASL avrà riconosciuto l’invalidità totale (100%) e l’incapacità di deambulare da soli o di compiere gli atti normali della vita quotidiana senza assistenza, si potrà ottenere una di queste prestazioni:

Ma non solo: per conoscere nel dettaglio tutte le prestazioni e le agevolazioni riservate alle persone disabili totali, leggi il nostro approfondimento: tutte le agevolazioni per invalidità civile al 100%.

Cosa significa disabilità gravissima. Gli invalidi civili al 100% con indennità di accompagnamento e le famiglie che si prendono cura di loro, hanno diritto anche all’assegno di cura: leggi di cosa si tratta e come richiederlo.

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