Diabete, uno su 5 non sa di averlo: cosa devi fare

Diabete, uno su 5 non sa di averlo: cosa devi fare, quali sono i primi sintomi e i fattori di rischio. I casi sono aumentati del 60 per cento negli ultimi anni. L’importanza di una diagnosi precoce e i nuovi farmaci per contrastare una patologia che può avere complicanze molto gravi.
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9/6/23

Diabete, uno su 5 non ritiene di averlo nel nostro Paese dove i casi accertati sono circa 5 milioni. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).

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Una epidemia silenziosa, anche perché il diabete nelle prime fasi è quasi sempre asintomatico. Molti scoprono di essere affetti da questa patologia solo dopo un ricovero per un’altra patologia (spesso grave). Patologia che in molti casi è direttamente collegata con il diabete. 

Infatti, in assenza di una diagnosi o con una diagnosi ritardata, la malattia può avere complicanze molto serie, incidere sulla qualità della vita di una persona e ridurla in media di 6 anni.

In Italia la situazione rispetto al diabete è oggi preoccupante. I casi sono aumentati del 60 per cento negli ultimi venti anni.

Potresti essere interessato a sapere quali sono i sintomi per capire in tempo se hai il diabete; vediamo anche quali sono i criteri che adotta l’INPS per il riconoscimento dell’invalidità a chi soffre di diabete mellito 1; infine c’è un post che spiega se è possibile avere la legge 104 con il diabete.

Una vera epidemia

Rispetto alla diffusione del diabete mellito i medici parlano ormai in modo esplicito di una emergenza sanitaria. Nel mondo ne soffrono 500 milioni di adulti, nel 2030 saranno 640 milioni. In Europa le persone con il diabete sono 60 milioni.

La prevalenza dei casi di diabete in Italia aumenta con il crescere dell’età, fino a raggiungere il 21 per cento tra le persone che hanno più di 75 anni:

  • il 4,7 per cento della popolazione adulta di 18-69 anni, ha una diagnosi di diabete
  • è inferiore al 3 per cento nelle persone con meno di 50 anni e supera il 9 per cento fra quelle di 50-69 anni;
  • è più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,3 per cento contro 4,1 per cento);
  • è più frequente nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche.

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Diffusione tra chi è svantaggiato

La diffusione più alta tra le persone che hanno una condizione economica più fragile è dovuta a queste cause:

  • percezione errata dei rischi comportamentali (a partire dall’alimentazione);
  • maggiore stress psicosociale;
  • scelta limitata dei modelli di consumo;
  • accesso inadeguato alle cure e all’educazione sanitaria;
  • più difficile il passaggio ad abitudini più sane, che sono spesso anche più costose.

I casi sono molto aumentati dopo la pandemia, soprattutto tra le persone anziane.

La patologia non è trasmissibile, ma viene associata spesso a stili di vita sbagliati o a contesti socio economici difficili.

Il diabete non è legato solo all’obesità, si sviluppa anche con alcune forme di tumore. O meglio: chi ha il diabete ha maggiori possibilità di andare incontro a un tipo di cancro (alti livelli di glucosio possono alterare la struttura del Dna).

I costi

Gestire il diabete non è semplice per il sistema sanitario. La patologia coinvolge molti professionisti (per la diagnosi, il controllo e il trattamento) e importanti risorse economiche per garantire a tutti un facile accesso alle cure.

La sola cura del diabete costa al SSN 14 miliardi l’anno, l’8 per cento dei costi totali.

Per l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) il contrasto al diabete è una priorità globale, che deve essere affrontata partendo da questi principi:

  • un’alimentazione equilibrata;
  • una adeguata attività fisica; 
  • una corretta informazione sanitaria;
  • una particolare attenzione sulle cause di natura socio economica.

Fattori di rischio

Sono molti i fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza del diabete. L’aumento esponenziale dei casi negli ultimi venti anni potrebbe essere legato a una eccessiva urbanizzazione che ha spinto a imporre uno stile di vita più sedentario rispetto al passato (anche recente).

Bastano due dati:

  • nel 2025 il 65 per cento delle persone con diabete sarà residente nelle aree urbane;
  • nel 2040 quella percentuale avrà raggiunto il 75 per cento.

Tra i fattori di rischio oltre alla sedentarietà, l’OMS ha individuato anche l’inquinamento (strettamente connesso all’urbanizzazione).

Il 15 per cento dei casi mondiali è infatti legato a:

  • prolungata esposizione allo smog;
  • l’obesità;
  • l’infiammazione di basso grado.

Malattie cardiovascolari

È cresciuta l’incidenza delle malattie cardiovascolari tra le persone affette da diabete. E questo implica necessità che diventano ancora più urgenti per chi soffre di questa patologia:

  • una alimentazione equilibrata;
  • esercizio fisico quotidiano. 

Sono due fattori determinanti per trattare il diabete di tipo due, che è strettamente connesso con l’eccesso di peso.

In Italia sono 5 milioni le persone con diabete e 6 milioni quelle con obesità. Due condizioni che favoriscono l’insorgere di malattie gravi non trasmissibili (e con un alto numero di decessi), come i tumori e i problemi al sistema cardiovascolare.

In Italia sono tante le persone che adottano uno stile di vita inappropriato (25 milioni):

  • il 46 per cento degli adulti;
  • il 26,3 per cento dei ragazzi tra i 3 e i 17 anni.

Tanti.

Attività fisica

E dunque sono indispensabili per ridurre i fattori di rischio una dieta equilibrata e l’attività fisica. Vediamo in che modo.

È la sedentarietà una delle minacce più gravi per la salute. L’OMS ha calcolato che con 150 minuti a settimana di esercizio fisico (poco più di venti minuti al giorno) si ridurrebbero nella sola Unione Europea entro il 2050:

  • 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili:
    • 3,8 milioni di malattie cardiovascolari;
    • un milione di casi di diabete di tipo 2;
    • 400.000 casi di diversi tumori.

Alimentazione

Come accennato il diabete si previene anche con una dieta equilibrata e che deve contenere molta verdura. Si possono poi aggiungere:

  • pasta integrale (fornisce energia al corpo in modo graduale);
  • legumi;
  • cibi proteici (carne magra, pesce, uova o latticini);
  • eliminando gli insaccati e contenendo i grassi nei condimenti (meglio comunque l’olio d’oliva).

Diabete, uno su 5 non si di averlo: i primi segnali

Vediamo in breve quali sono i primi campanelli d’allarme che segnalano la possibile presenza del diabete di tipo 1:

  • aumento della sete e bocca asciutta;
  • necessità di urinare spesso;
  • enuresi notturna (urinare a letto);
  • mancanza di energia e stanchezza estrema e costante;
  • avere spesso fame;
  • improvvisa perdita di peso:
  • vista annebbiata.

Questi sono invece i segnali che possono far ipotizzare la presenza del diabete di tipo 2:

  • necessità di urinare spesso;
  • sete eccessiva;
  • fame costante;
  • vista annebbiata;
  • stanchezza estrema;
  • intorpidimento e formicolio nelle mani e nei piedi;
  • lenta guarigione delle ferite;
  • infezioni ricorrenti.
Diabete, uno su 5 non sa di averlo: cosa devi fare
Nella foto una donna affetta da diabete.

Nuove terapie

Ci sono delle buone novità sul fronte terapeutico e cure più efficaci rispetto al passato, anche recente. 

Per i bambini e gli adolescenti affetti da diabete di tipo 1 si possono utilizzare gli anticorpi monoclonali. La speranza è che questi farmaci, che già oggi possono incidere in modo notevole sul decorso della malattia, possano in un futuro prossimo consentire di arrivare a una guarigione completa.

Altri medicinali consentono di migliorare il controllo dei livelli glicemici nel sangue degli adulti con il diabete mellito.

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