Da pensione di inabilità ad AOI per lavorare

Da pensione di inabilità ad AOI per lavorare: può essere una via d’uscita per chi vuole tornare ad avere un’occupazione. Con la prima prestazione previdenziale non è possibile lavorare, con la seconda sì. Quando e come si può cambiare la misura.
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26/9/23

Da pensione di inabilità ad AOI per lavorare: può essere una via d’uscita per chi vuole tornare ad avere un’occupazione (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Da pensione di inabilità ad AOI

Com’è noto la pensione di inabilità ordinaria preclude la possibilità di svolgere qualsiasi occupazione lavorativa. Ma non solo: la normativa impone che la persona interessata sia cancellata dagli elenchi anagrafici degli operai agricoli, dagli elenchi nominativi dei lavoratori autonomi e dagli albi professionali. E non è tutto, dovrà anche rinunciare a qualsiasi trattamento di disoccupazione.

Se viene meno una di queste condizioni, il pensionato deve comunicarlo il prima possibile all’INPS, che in questo caso, revoca la pensione di inabilità e la sostituisce (se ne ricorrono i requisiti sanitari) in assegno ordinario di invalidità.

Con l’assegno ordinario di invalidità il pensionato potrà continuare a lavorare. ma sarà tenuto a restituire le eventuali differenze dell’importo tra i ratei di pensione di inabilità ricevuti e quelli dovuti per l’assegno ordinario di inabilità.

È una decisione che va dunque presa dopo aver valutato bene la convenienza economica.

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Da pensione di inabilità ad AOI: durata

La pensione di inabilità non ha una durata prestabilita a differenza dell’assegno ordinario che viene invece rinnovato ogni tre anni (e dopo tre rinnovi consecutivi diventa definitivo).

La pensione di inabilità ordinaria  è però sottoposta a revisione (come prevede l’articolo 9 della legge 222 del 1984), la decisione spetta solo all’INPS.

Dopo la visita di revisione la prestazione previdenziale può:

  • essere confermata;
  • trasformata in assegno ordinario di invalidità (se si accerta una invalidità inferiore al 100%, ma pari o superiore ai due terzi, 67%);
  • revocata, se il titolare della prestazione ha recuperato più di un terzo della sua capacità lavorativa.

Potrebbe interessarti un articolo che spiega come si calcola la maggiorazione per la pensione di inabilità; in un altro post vediamo come funzionano i contributi figurativi per la pensione di inabilità; e infine abbiamo verificato come si svolge la visita di revisione per la pensione di inabilità.

Pensione di inabilità ordinaria, requisiti

E dunque, per il riconoscimento della pensione ordinaria di inabilità il requisito sanitario è il riconoscimento del 100% di invalidità.

Non bisogna confondere la pensione di inabilità ordinaria (o lavorativa) con la pensione di inabilità civile, che è una prestazione di tipo assistenziale e che non impone l’obbligo di rinunciare a qualsiasi attività lavorativa ed è vincolata, per averne diritto, anche a determinati requisiti di reddito.

La pensione di inabilità lavorativa presuppone che il cittadino sia in una condizione di infermità (fisica o mentale) che causi una assoluta e permanente impossibilità di svolgere un’attività lavorativa.

Ma bisogna rientrare anche in altri requisiti. Ovvero, la persona interessata deve avere una anzianità contributiva e assicurativa di almeno 5 anni (ossia: devono essere trascorsi almeno 5 anni dall’inizio dell’assicurazione). E almeno 3 anni di contributi devono essere stati versati nel quinquennio che ha preceduto la richiesta.

Per raggiungere il requisito contributivo, chi accede a questa prestazione (a differenza di quanto accade per l’assegno ordinario di invalidità) può usufruire della totalizzazione nazionale (decreto legislativo numero 42 del 2006) o del cumulo dei periodi assicurativi (legge numero 228 del 2012).

In pratica si possono sommare gratuitamente i contributi che sono stati versati in diversi fondi di previdenza obbligatoria.

Pensione di inabilità ordinaria, importo

L’importo della pensione di inabilità lavorativa si calcola in base ai contributi realmente pagati. Se hai iniziato a versare contributi prima del 1996, il metodo di calcolo è misto. Si usa il sistema retributivo fino al 2011 se risultavano accreditati almeno 18 anni di contributi entro la fine del 1995. 

Dal primo gennaio 1996, si applica il sistema contributivo. Se non si arriva a 18 anni di contributi alla fine del 1995, il sistema contributivo viene usato per tutto il periodo successivo al primo gennaio 1996. Chi ha iniziato a versare dopo il 1996, il calcolo è completamente contributivo.

Pensione di inabilità ordinaria, importo maggiorato

Però, esiste una regola speciale che consente di separare l’importo della pensione dai contributi pagati. Questo aiuta a ottenere una pensione più alta.

In particolare, per le pensioni calcolate con il sistema misto o contributivo, gli anni di contributi che sono stati accumulati vengono aumentati virtualmente. L’aumento può arrivare a un massimo di 2080 contributi settimanali, pari a 40 anni. Questi si contano dal momento in cui inizia la pensione di inabilità fino a quando si compiono 60 anni (come spiegato nel messaggio INPS 219/2013).

I contributi aggiuntivi vengono calcolati sulla media dei contributi pensionabili che sono stati accumulati negli ultimi cinque anni. Questi vengono poi aggiustati secondo l’articolo 3, comma 5 del Dlgs 503/1992. Il coefficiente di trasformazione, come per le pensioni di invalidità, sarà quello relativo all’età di 57 anni per chi è più giovane.

Inoltre, la pensione può essere aumentata per raggiungere un minimo garantito o beneficiare di ulteriori incrementi previsti dalle leggi vigenti. Importante è notare che, già a 60 anni, i titolari della pensione possono beneficiare dell’incremento al milione, come previsto dall’articolo 38 della legge 448/2001.

Da pensione di inabilità ad AOI per lavorare
Nella foto una persona sulla carrozzina

Faq (domande e risposte)

Cos’è la pensione di inabilità?

La pensione di inabilità è una prestazione previdenziale che viene riconosciuta a chi è in una condizione di infermità, fisica o mentale, che causa un’assoluta e permanente impossibilità di svolgere un’attività lavorativa. Essa presuppone il riconoscimento del 100% di invalidità ed è sottoposta a revisione per valutare eventuali cambiamenti nelle condizioni di salute del beneficiario.

Quali sono le restrizioni per chi riceve una pensione di inabilità?

Chi riceve una pensione di inabilità è obbligato a non svolgere più qualsiasi attività lavorativa, sia subordinata che autonoma, inclusa l’attività all’estero. La normativa impone che la persona interessata sia cancellata dagli elenchi anagrafici degli operai agricoli, dagli elenchi nominativi dei lavoratori autonomi e dagli albi professionali.

Cos’è l’assegno ordinario di invalidità (AOI)?

L’assegno ordinario di invalidità è una prestazione previdenziale che può sostituire la pensione di inabilità nel caso in cui le condizioni di salute del beneficiario migliorino o quest’ultimo desideri tornare a lavorare. A differenza della pensione di inabilità, chi riceve l’AOI può svolgere un’attività lavorativa compatibile con il proprio stato di salute.

Cosa si intende per totalizzazione nazionale e cumulo dei periodi assicurativi?

La totalizzazione nazionale e il cumulo dei periodi assicurativi sono due strumenti che consentono di sommare i contributi versati in diversi fondi di previdenza obbligatoria. Questo può essere particolarmente utile per raggiungere il requisito contributivo necessario per accedere alla pensione di inabilità.

Che cos’è l’incremento al milione?

L’incremento al milione è un incremento previsto dall’articolo 38 della legge 448/2001, al quale i titolari della pensione di inabilità lavorativa possono beneficiare a partire dai 60 anni.

Cosa si intende per pensione di inabilità civile?

La pensione di inabilità civile è una prestazione di tipo assistenziale che non impone l’obbligo di rinunciare a qualsiasi attività lavorativa. Essa è vincolata a determinati requisiti di reddito e, a differenza della pensione di inabilità lavorativa, non presuppone che il cittadino sia in una condizione di infermità che causi un’assoluta e permanente impossibilità di svolgere un’attività lavorativa.

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