Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: vediamo come viene calcolato l’importo dopo i 67 anni. E scopriamo se il titolare dell’assegno ordinario avrà svantaggi o vantaggi. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
INDICE
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: i due parametri
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: coefficiente di trasformazione
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: retribuzione
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: la scelta
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: così con l’inabilità
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: anticipata, si può?
- Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: requisiti
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Come sapete l’assegno ordinario di invalidità viene erogato alle persone con una invalidità che comporta la riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi e che hanno versato almeno 5 anni di contribuzione, di cui tre nell’ultimo quinquennio.
Ai 67 anni l’assegno si trasforma in automatico in pensione di vecchiaia. Questo non significa che l’importo resterà invariato.
In questo articolo vogliamo capire come si modifica l’importo nel passaggio alla pensione di vecchiaia.
Su questo tema potresti essere interessato a sapere quando puoi chiedere gli arretrati della pensione di invalidità, o come far ricalcolare la pensione di invalidità, e quali sono le regole e gli obblighi per accedere a questo beneficio.
Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: i due parametri
Le prestazioni sono calcolate su due parametri:
- i contributi versati;
- e l’età di chi presenta la richiesta.
Proprio in virtù di questi parametri non sempre l’importo della pensione di vecchiaia sarà uguale a quello dell’assegno sanitario.
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Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: coefficiente di trasformazione
Riguardo al calcolo della pensione di vecchiaia, sarà presa in considerazione per la parte contributiva dell’assegno, il coefficiente di trasformazione che è riferito all’età di accesso, quindi ai 67 anni. Che è ovviamente quello più favorevole.
Ma non solo: anche la quota retributiva della pensione, che è riferita agli ultimi 5, 10 anni di retribuzione, potrebbe subire una modifica. Sempre che nel corso degli anni la retribuzione sia migliorata.
Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: retribuzione
Ma non bisogna dimenticare un altro aspetto, che non è secondario: nel calcolo della pensione rientrano anche i contributi che sono stati versati dopo l’ultimo riconoscimento dell’assegno ordinario.
E quindi, se sono stati versati altri anni di contribuzione, l’importo della pensione di vecchiaia dovrà essere necessariamente più alto rispetto a quello che veniva percepito con l’assegno di invalidità.
Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: la scelta
Se tutte queste condizioni non dovessero verificarsi, per gli invalidi titolari di un assegno ordinario di invalidità e che si apprestano a passare alla pensione di vecchiaia viene comunque riservato il trattamento più favorevole.
Il che significa che si confronta l’importo dell’assegno ordinario con quello che dovrebbe spettare con la pensione di vecchiaia e si sceglie quello che è economicamente più conveniente.
Può accadere infatti che l’assegno ordinario sia più rilevante se negli ultimi anni di lavoro la retribuzione è peggiorata, generando quindi un importante cambiamento sulla quota retributiva della pensione. Ma può anche accadere che il titolare dell’assegno abbia deciso di smettere di lavorare dopo che gli è stato riconosciuto il beneficio.
Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: così con l’inabilità
Per la pensione di inabilità il discorso è diverso, la trasformazione in pensione di vecchiaia non avviane in maniera automatica. Il beneficiario deve infatti presentare una domanda all’Inps. L’ente previdenziale valuterà a quel punto l’esistenza dei requisiti di età e contributivi, attribuendo la prestazione prevista.
Dopo aver conosciuto l’importo il diretto interessato può stabilire se procedere alla trasformazione della pensione di inabilità in vecchiaia e stabilizzare quindi in maniera definitiva la prestazione.
A differenza dell’assegno ordinario di invalidità, ai fini del calcolo per il requisito contributivo della pensione, se si pensa alla trasformazione, non possono essere conteggiati come contributi figurativi i periodi in cui si è beneficiato della pensione di inabilità.
Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: anticipata, si può?
Va ricordato che sia per l’assegno ordinario, sia per la pensione di inabilità, la trasformazione può essere attivata solo per accedere alla pensione di vecchiaia e non a quella anticipata.
E quindi se il lavoratore dovesse raggiunge i 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi per le donne) non può comunque trasformare la pensione di inabilità o l’assegno ordinario in pensione anticipata.
L’età per la trasformazione può essere anticipata solo per i lavoratori dipendenti del settore privato, a 61 anni per gli uomini e a 56 per le donne, ma solo a condizioni che siano stati riconosciuti invalidi con una percentuale pari o superiore all’80%.

Da assegno ordinario a pensione di vecchiaia: requisiti
Vi ricordiamo in sintesi chi è ammesso e quali sono i requisiti per accedere all’assegno ordinario di invalidità. Ne hanno diritto:
- dipendenti;
- autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
- iscritti alla gestione separata.
Sono quindi esclusi i dipendenti pubblici per i quali sono previsti altri trattamenti previdenziali.
Questi sono i requisiti:
- requisito sanitario: una capacità lavorativa ridotta a un terzo a causa di una infermità fisica o mentale;
- requisito contributivo: aver maturato almeno 260 contributi settimanali (5 anni) di cui 156 (3 anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio che precede la presentazione della domanda.
Per chi presenta la richiesta non è necessaria la cessazione dell’attività lavorativa.
L’assegno ordinario di invalidità si inizia a ricevere dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda. Ha una validità di tre anni.
Dopo tre anni il beneficiario può chiedere il rinnovo. La domanda deve essere inviata prima della scadenza.
Dopo tre rinnovi consecutivi l’assegno ordinario di invalidità viene rinnovato in automatico (anche se l’Inps ha comunque la facoltà di chiedere una visita di revisione).
L’assegno ordinario di invalidità è compatibile con l’attività lavorativa.
Quando il lavoratore raggiunge l’età pensionabile (67 anni), il trattamento, come detto, si trasforma d’ufficio in pensione di vecchiaia.
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