Congedo con Legge 104 e tredicesima: vediamo perché questa erogazione aggiuntiva sullo stipendio non viene corrisposta se si utilizza il congedo straordinario. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Un congedo straordinario retribuito può essere richiesto dal lavoratore dipendente che assiste un familiare con grave handicap ai sensi della Legge 104. L’indennità prevista per questo congedo corrisponde all’ultima retribuzione percepita dal lavoratore.
Tuttavia, l’indennità viene calcolata solo sugli elementi fissi dello stipendio e non su eventuali straordinari, rimborsi, spese di trasferta e bonus produzione. Ciò significa che il lavoratore riceverà un’indennità proporzionale solo alla parte fissa del suo stipendio, senza includere eventuali elementi variabili che potrebbero aver contribuito alla sua retribuzione totale.
All’interno di questo articolo analizziamo cosa sapere a riguardo del congedo con Legge 104 e tredicesima.
INDICE:
Congedo con Legge 104 e tredicesima: chi sta in congedo straordinario prende la tredicesima?
La tredicesima mensilità aggiuntiva dello stipendio, così come le ferie e il trattamento di fine rapporto/servizio, si maturano solo durante il periodo di lavoro effettivo. Pertanto, se il rapporto di lavoro viene sospeso, questi elementi della busta paga non saranno maturati.
Durante il periodo di congedo straordinario, il lavoratore riceve un’indennità mensile calcolata sull’ultima retribuzione, considerando solo gli elementi fissi dello stipendio come già indicato. Tale indennità comprende il rateo della tredicesima mensilità e di eventuali altre mensilità aggiuntive.
Cosa si perde con il congedo biennale? In pratica, quindi, il lavoratore non ha diritto ad alcun altro pagamento oltre all’indennità mensile ricevuta durante il periodo di sospensione del rapporto di lavoro, anche se potrebbe aver ricevuto altri pagamenti o benefici in base ai suoi accordi contrattuali.
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Congedo con Legge 104 e tredicesima: come è composta l’indennità?
La Legge 104 prevede che i lavoratori dipendenti del settore privato possano richiedere un congedo straordinario biennale per assistere un familiare disabile in situazione di gravità. Durante questo periodo, i lavoratori hanno diritto a un’indennità corrispondente all’ultima retribuzione percepita, escludendo gli emolumenti variabili della retribuzione.
Il tetto massimo dell’indennità per il congedo straordinario e il relativo accredito figurativo vengono rivalutati annualmente in base agli indici ISTAT. Il datore di lavoro anticipa l’indennità, che verrà poi conguagliata nel flusso UNIEMES.
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Ogni anno il massimale complessivo (cifra massima) del congedo straordinario, che deve essere diviso tra indennità economica e accredito figurativo, viene adeguato sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Per l’anno 2023, l’indice ISTAT ha subito una variazione del 8,1%.
Di conseguenza, per i lavoratori il cui tasso di contribuzione è del 33%, il valore massimo tra indennità e contribuzione figurativa sarà di 53.686,65 euro nel 2023. In pratica, ciò significa che il massimale dell’indennità economica sarà di 40.366 euro all’anno (ovvero 110,59 euro al giorno) e la contribuzione figurativa sarà di 13.320,65 euro.
Durante il congedo straordinario, i periodi di assenza non vengono considerati per il calcolo delle ferie, della tredicesima mensilità e del trattamento di fine rapporto. Tuttavia, poiché sono coperti da contribuzione figurativa, sono validi ai fini del calcolo dell’anzianità assicurativa.
Congedo con Legge 104 e tredicesima: in che cosa consiste il congedo straordinario?
Il congedo straordinario retribuito è un periodo di due anni durante il quale i lavoratori dipendenti, statali o del settore privato, possono assentarsi dal lavoro per assistere un familiare con una disabilità grave ai sensi della Legge 104/92, art. 3 comma 3.
Il primo requisito per accedere all’agevolazione è la disabilità grave del familiare per il quale si richiede il congedo, che deve essere accertata.
Il diritto a richiedere i due anni di congedo è stabilito in base ad un ordine di priorità. Anche se sia il coniuge che i figli, i genitori e i fratelli o le sorelle hanno il diritto di richiedere il congedo, esiste un preciso ordine di priorità che deve essere rispettato.
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Congedo con Legge 104 e tredicesima: chi può richiedere il congedo straordinario?
I lavoratori dipendenti, sia statali che del settore privato, che assistono familiari disabili, hanno il diritto di richiedere un congedo straordinario retribuito della durata di due anni. Tuttavia, il diritto è riconosciuto in base a un preciso ordine di priorità, che degrada solo in caso di mancanza, decesso o patologie invalidanti.
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Il primo a poter richiedere il congedo è il coniuge convivente, la parte dell’unione civile convivente e il convivente di fatto della persona disabile in situazione di gravità. In assenza di quest’ultimo, il diritto spetta ai genitori della persona disabile, adottivi o affidatari, mentre se anche questi sono assenti, deceduti o affetti da patologie invalidanti, il congedo può essere richiesto da uno dei figli conviventi della persona disabile.
Se anche i figli sono assenti o non hanno diritto al congedo, allora il diritto passa ai fratelli o sorelle conviventi della persona disabile. In caso di mancanza, decesso o patologie invalidanti di tutti i soggetti precedentemente elencati, il congedo può essere richiesto da un parente/affine entro il terzo grado convivente della persona disabile.
L’INPS fornisce alcuni esempi di parenti e familiari che hanno diritto al congedo, inclusi parenti di primo, secondo e terzo grado e affini di primo, secondo e terzo grado.
È importante notare che, a seguito del decreto legislativo n. 105/2022, il congedo può essere richiesto anche se la convivenza, se normativamente prevista, è stata instaurata successivamente alla richiesta di congedo.
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