In questo articolo raccontiamo l’ennesima discriminazione commessa nei confronti delle persone fragili, ovvero: il concerto di Taylor Swift negato ai disabili. Una storiaccia, un’altra, che si consuma in silenzio, sotto l’ombrello della solita frase di circostanza: i privati fanno quello che vogliono. (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Il concerto di Taylor Swift
Taylor Swift si esibirà nello stadio San Siro di Milano il 13 e il 14 luglio 2024, una doppia data. L’artista americana è la pop star del momento ed è protagonista di un tour mondiale da due miliardi di dollari.
È nota anche come “artista del cuore”: ovunque si esibisca fa consistenti donazioni per aiutare le persone in difficoltà.
Ebbene, dovrebbe saperlo, che per i concerti italiani è stata al momento esclusa la possibilità alle persone disabili di poter assistere al suo show.
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La petizione
Su Charge.org, una ragazza con disabilità di 35 anni, Silvia Stoyanova, ha lanciato una raccolta di firme per sollecitare gli organizzatori a rivedere la loro decisione e consentire l’accesso anche alle persone che non sono in grado di camminare.
Discriminazione disabili, le tutele giudiziarie
La petizione è iniziata il 25 luglio e oggi, 15 agosto, sono state già raggiunte 32.070 adesioni.
Non è certo il prima volta che si verifica una discriminazione di questo tipo. Ma forse il “caso Swift” potrebbe aprire gli occhi anche al governo e imporre, finalmente, anche ai privati l’obbligo di prevedere dei posti anche alle persone con disabilità.
Sotto la petizione scrive una ragazza che ha appena firmato: «Bisogna cambiare le regole e garantire il diritto di godere della musica a tutti. Chi ha difficoltà motorie o di altro genere deve stare davanti e nelle zone più sicure e agevoli. Non essere lasciato fuori o, alla meglio, relegato in fondo per far sì che gli organizzatori possano speculare con pacchetti Vip».
Concerto di Taylor Swift negato ai disabili: la protesta di Silvia
Nel lanciare la petizione, Silvia Stoyanova, racconta la sua disavventura con gli organizzatori del concerto. Il muro di gomma che si è trovata di fronte: una assoluta e irritabile indifferenza. Le hanno anche consigliato di non disturbare più.
Arriva il Garante per i diritti dei disabili: come funziona
«Come tutti i disabili in Italia, ho dovuto compilare un modulo scaricabile sul sito degli organizzatori italiani del concerto di Taylor Swift, compilarlo e allegare la mia documentazione di invalidità e spedirlo via mail. Mi era stato spiegato telefonicamente dalla segretaria che si sarebbero presi la briga di “occuparsi” di noi disabili una volta esauriti i biglietti in vendita su ticketone (stiamo parlando dei biglietti riservati a chi non ha problemi motori, come se noi disabili appartenessimo a una categoria di serie B, e per l’ennesima volta non abbiamo gli stessi diritti e priorità alla pari di chi cammina)».
Nell’attesa di una risposta e in via precauzionale, Silvia ha deciso di acquistare comunque un biglietto Vip (di fronte al palco), zona prato. Sborsando 300 euro. Una cifra alta, ma che le avrebbe garantito l’accesso anche con la sedia a rotelle perché l’area è priva di gradini (lo stadio è di fatto inaccessibile altrimenti).
Diritti dei disabili in condominio: elenco e leggi.
«Una volta chiuse le vendite – continua Sonia – effettivamente l’agenzia ha iniziato a occuparsi anche di noi, mandando a destra e a sinistra mail in cui decideva chi fare entrare e chi no. Il criterio con cui sono state prese tali decisioni non è mai stato reso noto o scritto nero su bianco sul sito degli organizzatori. Purtroppo, essendo un evento privato, questa agenzia può gestire le cose come più le pare e piace».
Silvia è stata esclusa e quindi ha comunicato all’agenzia di aver comunque risolto acquistando un biglietto vip nella zona prato.
Ma solo in quel momento ha scoperto che neppure quello le avrebbe garantito la possibilità di partecipare all’evento.
Infatti è stata contattata. Questa la risposta: «In ogni caso, seduta sulla sedia a rotelle, non puoi partecipare pure avendo quel biglietto».
In pratica: se non sei in grado di camminare resti fuori.
Non contattarci più
Ma non è tutto. Gli organizzatori sono andati oltre. Hanno inviato una mail a Silvia, invitandola a non contattare più l’agenzia. Come dire: smettila di disturbare.
Si sono limitati ad aggiungere: nel caso ci facciamo sentire noi, ma solo se i posti per disabili dovessero aumentare.
Eventualità molto difficile.
Voglio battermi per i nostri diritti
Silvia non si è arresa: «Voglio battermi affinché quel “se” si trasformi in qualcosa di concreto. Mi rendo conto che sia impossibile far entrare tutti i disabili che hanno inviato la loro richiesta, ma siamo certi che la costruzione di un ulteriore spazio per disabili, seppur limitato, possa permettere a qualche persona in più di assistere al concerto».
Del resto, questo è il cuore del discorso, «si parla di quanto bisogna aiutare sempre di più le persone fragili, abbattendo barriere e muri che li dividono dal mondo, quindi sembra assurdo che tutto questo stia accadendo proprio al concerto di una delle artiste più impegnata nei confronti dei fragili».
Cosa è cambiato a partire dal 2000
Nel post che presenta la petizione (che vi invitiamo a firmare) Silvia ricorda che «fino al 2000, i posti riservati ai disabili erano quelli in prima fila, proprio davanti al palco (ritenuta anche una delle zone più sicure in quanto proprio lì davanti si trovano le guardie, tanti addetti alla sicurezza, numerosi volontari del 118 e le uscite di sicurezza che usano i musicisti».
«Da il 2000 in poi i disabili sono stati messi in fondo alle sale, sempre più lontano dai palchi e in alcuni casi (ad alcuni concerti all’aperto), posizionati proprio accanto ai bagni mobili che sotto il sole cocente rendono l’aria irrespirabile, o anche posizionati su palchi dove le transenne sono proprio all’altezza dei loro occhi e gli impediscono la totale visuale».
Disabili discriminati a vantaggio dei vip
Perché c’è stato questo cambio radicale a partire dal 2000. La questione è semplice: soldi.
Quei posti in prima fila che prima erano riservati alle persone con disabilità ora vengono venduti a pacchetti per i vip, ovviamente a prezzi altissimi. Accade perché viene lasciata massima libertà agli organizzatori privati.
È evidente, come ricorda Silvia, «che se dipendesse dal Ministero della Disabilità le cose sarebbero gestite diversamente».
Ma la domanda è: per quale motivo gli organizzatori privati non rispondono in modo adeguato alle norme contro la discriminazione che pure in Italia e nell’Ue ci sono?
Perché il posto più adatto è sotto il palco?
Il posto più adatto per le persone con disabilità è sotto al palco. E non perché vogliano avere un privilegio, ma perché ci sono le uscite di sicurezza per i musicisti, c’è una folta presenza della security e del personale addetto al soccorso. Per cui creare una zona sicura di fronte alle prime file o a lato, ma comunque sotto palco, è la strada più ovvia.
Ma non solo: le persone sedute in carrozzina sono più basse dei normodotati. Se le prime file della pedana sono già occupate, chi arriva dopo rischia di non vedere niente e non ha la possibilità di muoversi liberamente».
È un’impresa anche acquistare il biglietto
Per i disabili, assistere a un concerto può diventare un’odissea. L’acquisto del biglietto non prevede un metodo standard: bisogna cercare nei dettagli dei siti di vendita e contattare l’organizzatore per avere il posto adatto. L’attesa per una risposta può essere lunga e, spesso, non si sa dove si potrà assistere al concerto né se la visibilità sarà buona.
Per chi non ha disabilità, acquistare un biglietto è facile e si ha molta scelta. Per i disabili non è lo stesso: devono ritirare il biglietto sul posto, che è spesso diverso dall’area riservata, e non hanno biglietti personalizzati. Ogni organizzatore ha procedure diverse, costringendo i disabili a informarsi continuamente.
Come funziona negli altri Paesi
La situazione in Italia è peggiore che altrove. Infatti negli Stati Uniti, in Giappone, così come in molti Paesi dell’Unione Europea, le aree per persone con disabilità sono attrezzate.
Ma non solo: non esiste il vincolo del singolo accompagnatore. In alcuni festival i disabili possono avere accesso alle aree per i normodotati, convivendo in tranquillamente.
Il precedente di Verona
C’è un precedente che dovrebbe far riflettere. E imporre anche ai privati la dovuta attenzione per le persone con disabilità che desiderano partecipare a un evento.
Il Tribunale civile ha ordinato la ristrutturazione dell’Arena di Verona per evitare la discriminazione indiretta dei disabili. Anche se nei concerti la folla si alza, i gestori hanno il dovere di garantire la visibilità a tutti gli spettatori. Una ragazza in sedia a rotelle non era riuscita a vedere un concerto degli “Evanescence” nel 2019 perché gli spettatori in piedi la coprivano. Il Tribunale ha imposto un risarcimento di 3.000 euro alla società organizzatrice e ha chiesto interventi specifici, come rimuovere 76 sedie e creare due piattaforme elevate per i disabili.
La “Fondazione Arena” e “Arena di Verona srl” ritenevano che fosse compito degli organizzatori garantire la visibilità, ma il giudice ha dichiarato che non esiste un tale obbligo nei contratti. Nonostante alcune preoccupazioni sulla modifica dell’arena, il giudice ha evidenziato che le nuove strutture non interferirebbero con la visibilità dell’anfiteatro romano.
Un comportamento vergognoso
«Quando gli organizzatori – continua Silvia nella sua petizione – ci dicono che qualora qualche disabile dovesse rinunciare alla sua partecipazione permettendo a qualcun altro di essere sorteggiato, questo cosa vorrebbe dire che dobbiamo aspettare o “sperare” che qualcuno non sia nelle condizioni di salute per partecipare a un concerto che ha sognato per mesi e permettere così a qualcun altro di parteciparvi? Tutto questo mi sembra vergognoso da parte loro».
State lasciando a casa le persone più fragili
Silvia conclude il suo invito a firmare la petizione con un appello agli organizzatori del concerto: «Siete un’agenzia italiana e nel nostro Paese si cerca di fare sempre di più per i più fragili e voi non siete esenti da tali doveri. C’è bisogno che comprendiate che state lasciando a casa persone malate che non hanno il lusso di aspettare altri 13 anni affinché Taylor Swift ritorni in Italia. C’è bisogno che comprendiate che i disabili hanno il presente e che nessuno, nemmeno voi, deve strapparci via un sogno. Una pedana aggiuntiva allo stadio San Siro per il 13 e 14 luglio 2024 non è un’opzione, ma deve essere realizzata. Noi ci batteremo in tutti i modi per questo».

Faq (domande e risposte)
Qual è la discriminazione contro i disabili per il concerto di Taylor Swift?
La discriminazione riguarda l’esclusione delle persone disabili dal concerto di Taylor Swift previsto allo stadio San Siro di Milano. Sebbene Taylor Swift sia nota per le sue generose donazioni alle persone in difficoltà, per i concerti italiani è stata esclusa la possibilità per le persone disabili di assistere al suo show. L’organizzazione del concerto ha posto molte restrizioni sull’acquisto e l’accesso ai posti per disabili, ed alcuni che hanno comprato i biglietti VIP con la speranza di poter accedere comunque sono stati informati che non potrebbero partecipare se fossero su una sedia a rotelle.
Cosa deve fare una persona con disabilità per acquistare il biglietto di un concerto?
Una persona con disabilità deve seguire un processo complicato per acquistare un biglietto per un concerto. Silvia Stoyanova, ad esempio, ha dovuto scaricare un modulo dal sito degli organizzatori italiani del concerto di Taylor Swift, compilarlo, allegare la sua documentazione di invalidità e inviarlo via mail. Era previsto che si sarebbero occupati delle persone con disabilità solo dopo aver esaurito i biglietti in vendita su Ticketone, riservati a chi non ha problemi motori. Silvia ha anche acquistato un biglietto VIP sperando che le permettesse l’accesso, ma le è stato detto che non poteva partecipare.
Cosa propone la petizione?
La petizione, lanciata da Silvia Stoyanova su Charge.org, chiede agli organizzatori di rivedere la loro decisione e permettere l’accesso al concerto anche alle persone disabili che non sono in grado di camminare. Ha raccolto supporto significativo e attraverso la petizione, molti hanno espresso la necessità di cambiare le regole per garantire che tutti abbiano il diritto di godere della musica. Viene sottolineato che le persone con disabilità dovrebbero avere posti nelle zone più sicure e accessibili e non dovrebbero essere escluse o posizionate in zone meno vantaggiose.
La petizione per il diritto delle persone con disabilità ad assistere ai concerti fa parte della sezione “Storie“. All’interno della stessa raccolta, trovi anche:
- La storia di Lisa, «la scuola negata a mia figlia disabile»;
- La danza in carrozzina: ritmo e inclusione;
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