Quali sono i tipi di disabilità non riconoscibili a occhio nudo? Chi sono i disabili invisibili e come riconoscerli? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi. Abbiamo anche una pagina Instagram dove pubblichiamo le notizie in formato grafico e un canale YouTube, dove pubblichiamo videoguide e interviste).
Non utilizzano sedie a rotelle, deambulatori né ausili e protesi che possano immediatamente presentarli come persone invalide o disabili.
Chi sono i disabili invisibili? Quanti sono in Italia? Quali sono i rischi connessi al loro non riconoscimento? Ne parliamo in questo approfondimento.
Indice
- Chi sono i disabili invisibili?
- Chi sono i disabili invisibili: alcuni esempi di disabilità “nascoste”
- Chi sono i disabili invisibili: non manifestano per non sentirsi in colpa
- Chi sono i disabili invisibili: tieni a mente questi tre punti importanti
- Come faccio a capire chi sono i disabili invisibili?
- Entra nella community e nella chat di Invalidità e Diritti e ricevi con WhatsApp, Telegram e Facebook tutti gli approfondimenti su invalidità, diritti e Legge 104.
Chi sono i disabili invisibili?
Chiedersi chi sono i disabili invisibili è un primo passo per riconoscere e per dare importanza alla loro disabilità, anche se non si vede.
I disabili invisibili sono persone nella fase iniziale di una malattia oncologica, che soffrono di depressione, fibromialgia, di malattia rara o qualunque altro tipo di patologia che non ha segni esteriori ma che ne ha all’interno e si sentono: hanno un peso che può essere ancora più gravoso, proprio perché non riconosciuto.
Spesso, quando pensiamo alla disabilità, immaginiamo delle persone in carrozzina, con difficoltà motorie. Tuttavia, questo è solo uno stereotipo, perché il 93% dei disabili non utilizza una sedia a rotelle.
In molti casi, la condizione di disabilità è dettata da una condizione che limita e vincola la quotidianità, ma che può essere poco visibile e non intuibile se la persona non lo dichiara apertamente.
Potresti avere accanto a te, sul luogo di lavoro, in palestra, nel tuo gruppo di conoscenze, un disabile invisibile. Una persona che tenta di comunicarti che non sta bene, ma a cui non dai peso proprio perché non vedi i segni del suo malessere.
Allora, questo approfondimento dovrebbe esserti utile a rivedere le tue convinzioni e a prestare più attenzione alle richieste di aiuto di chi ha solo l’apparenza di poter avere una vita “facile” come la tua. Vediamo quali possono essere, nel dettaglio, le disabilità invisibili.
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Invalidità e Diritti e TheWam.net danno voce anche alle persone con disabilità invisibile. Leggi la storia di Angela, mamma bipolare a cui hanno tolto la figlia.
Chi sono i disabili invisibili: alcuni esempi di disabilità “nascoste”
Cerchiamo di capire meglio chi sono i disabili invisibili, facendo qualche esempio di disabilità che può considerarsi “nascosta”.
Per disabilità “nascosta” ci riferiamo a qualsiasi menomazione fisica, mentale o emotiva che passa in gran parte inosservata, come ad esempio:
- deterioramento cognitivo e lesioni cerebrali;
- malattie croniche come sclerosi multipla, stanchezza cronica e fibromialgia;
- sordi e/o ipoudenti;
- cecità e/o ipovisione;
- ansia e depressione;
- malattie oncologiche allo stato inziale.
Si stima che, in Italia, il 93% delle persone che ha una disabilità non la dimostra: si tratta, quindi, di disabilità invisibili. Tocca a noi cercare di cogliere le seppur minime richieste di aiuto di queste persone e di dar loro un peso, anche se tutto ci farebbe pensare al fatto che possa non essere necessario.
Riconoscimento della fibromialgia, ecco il disegno di legge presentato a marzo alla Camera e al Senato. Vediamo cosa è previsto e quali sono le tutele che dovranno essere previste per chi soffre di questa patologia.
In questo nostro video raccontiamo la storia di Paolo, malato di Alzheimer a 43 anni, di sua moglie Michela e dei suoi figli:
Chi sono i disabili invisibili: non manifestano per non sentirsi in colpa
Cercando di capire chi sono i disabili invisibili, potresti chiederti: “Perché dovrei essere io ad assumermi la responsabilità di riconoscere una richiesta di aiuto? Perché non sono gli stessi disabili invisibili a parlare della loro disabilità?”.
Ti sarà capitato di conoscere una persona che soffre di depressione o di fibromialgia. Ti sarà anche capitato di sminuire il loro malessere, magari pensando che la depressione sia “uno stato d’animo” e che possa in tal senso essere cambiato solo con un atteggiamento più positivo.
O che la fibromialgia sia una patologia gestibile e magari anche trascurabile, se paragonata “a cose ben più gravi”.
Ecco: sono questi i motivi per cui i disabili invisibili non si mostrano. Con questi preconcetti lottano tutti i giorni, a tal punto da insinuare in loro addirittura il senso di colpa per non avere una disabilità manifesta, come quella che include l’uso di una sedia a rotelle.
Proprio per questi motivi, è bene sempre tenere a mente delle cose molto importanti: ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Leggi anche malattie reumatiche e invalidità: quali sono le patologie riconosciute e a quali agevolazioni economiche e fiscali si ha diritto.
Chi sono i disabili invisibili: tieni a mente questi tre punti importanti
Abbiamo cercato di spiegare chi sono i disabili invisibili e quanto il non riconoscimento della loro disabilità possa avere un peso sulla loro vita.
Proprio per questo, è necessario tenere a mente tre punti fondamentali:
- I disabili invisibili non sono dei casi isolati o rari. Attorno a te ce ne sono più di quanto possa immaginare. Pensa che, secondo l’Istat, il numero totale di disabili in Italia è di 12,8 milioni, ovvero il 21,3% della popolazione italiana. Il 3,1% presenta una disabilità grave e quindi visibile. Il resto, include un’ampia gamma di disabilità, da quella più grave a quella con minori limitazioni e ripercussioni nella vita quotidiana, comprese malattie croniche, cardiopatie, tumori, demenze, disturbi del comportamento ecc. uindi
- Chi ha una disabilità invisibile non sta fingendo. Quante volte ti è capitato di dire o di sentir dire: “Non sembri malato”. Essere scettici verso una disabilità invisibile non fa altro che incrementare lo stigma e rendere più difficile la vita delle persone che ne soffrono.
- Le persone con disabilità invisibile non devono giustificarsi se chiedono o pretendono un loro diritto. Se hanno necessità di utilizzare corsie preferenziali, parcheggi o servizi a loro dedicati, è giusto che possano farlo così come lo fanno senza alcun problema le persone disabili e invalide la cui invalidità è visibile. Quindi, se vedi una persona che chiede la precedenza nel superare la fila alla Posta perché non sta bene, prima di osservare se ha un bastone per camminare, rifletti sul fatto che, molto probabilmente, quella persona ha una disabilità invisibile.
Invalidità civile con patologie alimentari: scopri diritti, tutele e sostegni economici previsti dalla norma.
Come faccio a capire chi sono i disabili invisibili?
Come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi è difficile capire chi sono i disabili invisibili, se non ci mettono loro a conoscenza della loro condizione.
Tuttavia, abbiamo anche detto che non è facile per chi ha una disabilità invisibile, parlarne, perché spesso si è colti anche dai sensi di colpa.
Proprio per questo, in molti Paesi, tra cui anche l’Italia, si sta diffondendo l’utilizzo di un cordino verde scuro con il disegno di girasoli gialli, da appendere al collo in caso di disabilità invisibile, è quello che ti mostriamo sotto in foto:

Chi lo indossa, sceglie di condividere la propria condizione con chi incontra, per segnalare che ha diritto di particolare assistenza e precedenze.
Quindi, se incontri qualcuno con al collo un cordino verde scuro e dei girasoli, sii solidale: ti trovi davanti a una persona che ti sta dicendo: “Ho una disabilità invisibile e ho bisogno che tu sia paziente”.
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