Categorie protette vedove

Scopri cosa sapere a riguardo di categorie protette e vedove: possono essere riconosciute ai fini del collocamento mirato?
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11/12/23

Categorie protette e vedove: vediamo nel dettaglio quando è possibile l’iscrizione all’elenco delle categorie di lavoratori tutelati (scopri le ultime notizie su categorie protette, Legge 104, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).

Le vedove possono essere considerate categorie protette?

Le categorie protette includono persone con disabilità, gravi patologie e altre forme di invalidità fisica o mentale. Queste categorie beneficiano di tutele legali specifiche previste dalla Costituzione Italiana al fine di evitare discriminazioni sul luogo di lavoro.

La legge 69/1999 identifica le seguenti tipologie di persone come “categorie protette”:

La verifica dei requisiti per l’ottenimento dell’invalidità civile è effettuata dalle commissioni dell’ASL (Azienda Sanitaria Locale).

Le persone che soddisfano effettivamente questi requisiti e che non hanno un lavoro possono essere inserite nelle liste provinciali del collocamento mirato presso i Centri per l’Impiego, al fine di ricevere supporto nell’ottenere un impiego.

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Quali sono i diritti e doveri delle categorie protette?

L’appartenenza alle categorie protette non implica un trattamento privilegiato, ma comporta una serie di doveri e diritti che sono salvaguardati, proprio come per tutti gli altri lavoratori.

Tra i doveri che devono essere rispettati, c’è l’orario di lavoro, che di regola non differisce da quello dei colleghi, a meno che non vi siano evidenti necessità di salute documentate che richiedano adattamenti. Ciò significa che i lavoratori delle categorie protette possono essere sottoposti a straordinari e inseriti in turni di lavoro, se necessario.

D’altra parte, la legge riconosce al datore di lavoro la possibilità di interrompere il contratto per giusta causa o in caso di un peggioramento delle condizioni di salute che renda impossibile svolgere correttamente il lavoro.

Per quanto riguarda i diritti, è essenziale sapere che i lavoratori delle categorie protette hanno il diritto a un contratto di lavoro paritario rispetto agli altri lavoratori, soggetto alle stesse norme di legge. Ciò include anche un trattamento economico uguale a quello dei colleghi con lo stesso livello e mansioni.

In aggiunta, essi hanno diritto a permessi retribuiti concessi dall’INPS, pari a 3 giorni lavorativi al mese, regolati dalla Legge 104, per occuparsi di visite mediche o cure relative al proprio stato di salute.

Quali sono i vantaggi per un’azienda che assume categorie protette?

La Legge 68/99 ha introdotto obblighi per le imprese, sia pubbliche che private, al fine di promuovere l’occupazione delle categorie protette.

A tale scopo, ogni azienda è tenuta ad assumere personale dipendente delle categorie protette in misura proporzionale alle sue dimensioni e al numero di lavoratori a tempo indeterminato.

Ad esempio, le imprese con 15-35 dipendenti devono assumere almeno 1 lavoratore in categoria protetta. Se il numero di dipendenti cresce fino a 50, l’obbligo diventa di almeno 2 lavoratori in categoria protetta. Quando l’azienda supera i 50 dipendenti, la proporzione richiesta è del 7%.

Tuttavia, vanno esclusi da questi calcoli i dirigenti, i lavoratori in modalità di smart working e quelli con contratti a termine, di apprendistato o di somministrazione. I lavoratori part-time vengono conteggiati in proporzione alle ore lavorate.

Le aziende possono assumere lavoratori delle categorie protette in due modi:

  • Chiamata nominativa: L’azienda contatta direttamente il Centro per l’Impiego competente per richiedere l’assunzione di un professionista specifico delle categorie protette.
  • Chiamata numerica: L’azienda si affida alle liste dei Centri per l’Impiego per assumere un lavoratore delle categorie protette.
Categorie protette e vedove
Categorie protette e vedove – L’immagine mostra una signora di spalle che consola un’altra in un cimitero.

Le agevolazioni fiscali ed economiche per le aziende che assumono disabili

Per incentivare la collaborazione delle aziende, vengono, inoltre, concessi dei vantaggi economici e fiscali.

Le aziende possono ottenere il pagamento da parte dello Stato dei contributi previdenziali e assistenziali per un lavoratore con un’invalidità superiore al 79% o con handicap intellettivo e psichico, fino a un massimo di 8 anni. Per i lavoratori con un’invalidità tra il 67% e il 79%, l’aiuto statale si riduce a un massimo di 5 anni.

Infine, per i lavoratori con un’invalidità superiore al 50%, le aziende possono ricevere un contributo per le spese sostenute per adattare il luogo di lavoro o consentire il lavoro in modalità smart working.

FAQ su categorie protette e vedove

Quando si perde l’iscrizione alle categorie protette?

Ogni lavoratore che fa parte delle categorie protette deve riconfermare entro un periodo di 12 mesi la sua volontà di essere disponibile a lavorare presso il Centro per l’Impiego della sua zona, altrimenti la sua iscrizione verrà revocata.

Quali sono i benefici del collocamento mirato?

Il sistema del collocamento mirato offre un’opportunità di accesso a una graduatoria unificata che comprende tutte le categorie di disabilità. Questa graduatoria viene utilizzata dal Centro per l’Impiego nel momento in cui un’azienda desidera assumere un lavoratore appartenenti alle categorie protette.

Chi ha un’invalidità quante ore di lavoro può eseguire?

Non esiste una legislazione specifica sull’orario di lavoro per le categorie protette, quindi si applicano le stesse regole che valgono per i lavoratori senza disabilità o non appartenenti a queste categorie. Ad esempio, i lavoratori disabili possono richiedere una riduzione dell’orario di lavoro attraverso il part-time, proprio come qualsiasi altro lavoratore. Inoltre, non ci sono agevolazioni specifiche come l’esenzione dai turni straordinari o dal lavoro notturno, a meno che non siano previste per tutti i lavoratori nelle stesse circostanze.

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