Quale norma disciplina lavoro notturno e caregiver? Tutti i lavoratori che assistono un disabile hanno diritto all’esonero dal lavoro notturno o ci sono delle eccezioni? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sulla Legge 104. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).
I lavoratori con la 104 che assistono i loro familiari disabili, hanno delle agevolazioni lavorative che consentono di prendersi cura del disabile, come i permessi 104 e il congedo straordinario. Ma come funziona il lavoro notturno e caregiver? Il lavoratore può rifiutarlo o rischia dei provvedimenti disciplinari? Ne parliamo in questo approfondimento.
Indice
- Come funziona lavoro notturno e caregiver
- Lavoro notturno e caregiver: le eccezioni
- Lavoro notturno e caregiver: quali lavoratori sono esonerati
- Lavoro notturno e caregiver: come funziona in caso di reperibilità
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Come funziona lavoro notturno e caregiver
La disciplina sul lavoro notturno e caregiver è contenuta nel decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, il quale prevede che “non sono obbligati a prestare lavoro notturno la lavoratrice o il lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della legge 104/1992 e successive modificazioni”.
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Quindi, se sei un lavoratore caregiver e vuoi svolgere lavoro notturno, puoi farlo tranquillamente, ma il tuo datore di lavoro non può importelo, perché è un tuo diritto rifiutarlo e un suo dovere accettare il tuo rifiuto.
Ci sono però delle eccezioni: ne parliamo nel prossimo paragrafo.
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Lavoro notturno e caregiver: le eccezioni
La stessa legge, però, prevede delle eccezioni al diritto all’esonero dal lavoro notturno e caregiver.
La normativa, infatti, prevede che il lavoratore debba comunicare al datore di lavoro il rifiuto al lavoro notturno almeno 24 ore prima dell’inizio del turno.
Nell’interpretazione di questa norma c’è un po’ di incertezza, perché anche se viene menzionato l’obbligo del lavoratore, viene anche detto che se il datore di lavoro dovesse costringere il caregiver a prestare lavoro notturno, impedendogli di assistere il disabile, rischierebbe una denuncia penale ai sensi dell’art. 18 bis del Decreto legislativo n. 66 del 2003, con una condanna dai 2 ai 4 mesi, e un’ammenda fino a 2.582 euro.
In questi casi, il lavoratore può anche chiedere un risarcimento danni, nel caso in cui il lavoro notturno gli abbia impedito di assistere il familiare disabile.
La Circolare del Ministero del Lavoro n. 8 del 2005, però, sottolinea che la violazione sussiste solo se il datore di lavoro sapeva delle difficoltà del proprio dipendente.
Quindi: anche se è un diritto e il datore di lavoro non può negarlo, è sempre bene comunicare almeno 24 ore al datore di lavoro il rifiuto del lavoro notturno.
Un’altra eccezione è che l’agevolazione viene applicata solo nel caso in cui il lavoratore assiste un disabile grave non autosufficiente. Di questo ne parleremo meglio tra poco.
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Lavoro notturno e caregiver: quali lavoratori sono esonerati
Andiamo a vedere nel dettaglio per chi è previsto l’esonero dal lavoro notturno e caregiver.
Una sentenza del Consiglio di Stato del 17 ottobre 2022, ha deciso che sono esonerati dal lavoro notturno innanzitutto i familiari di un disabile affetto da handicap grave e non autosufficiente.
Se così non fosse, ovvero se il disabile fosse comunque in grado di provvedere a se stesso, l’esonero dal lavoro notturno si trasformerebbe in un privilegio e comporterebbe una grave discriminazione nei confronti degli altri lavoratori.
Nella sentenza del Consiglio di Stato vengono, inoltre, evidenziate le categorie di lavoratori per le quali non sussiste l’obbligo di effettuare turni di notte. Nello specifico si tratta di:
- lavoratrici in gravidanza;
- puerpere;
- minori;
- lavoratrici madri e lavoratori padri di bambini minori di 3 anni;
- genitori con figli minori di 12 anni (nell’ipotesi di affidamento condiviso tra i due genitori, invece, tutti e due hanno la facoltà di richiedere l’esonero dal lavoro notturno nei periodi di convivenza con i figli);
- lavoratori che prestano assistenza a disabili gravi, ai sensi della Legge 104/1992;
- genitori adottivi o affidatari di un minore, durante i primi 3 anni dall’arrivo del minore in famiglia e, in ogni caso, non oltre il 12° anno di età.
E in caso di reperibilità come funziona? Vediamolo nel prossimo paragrafo.
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Lavoro notturno e caregiver: come funziona in caso di reperibilità
Il diritto al rifiuto del lavoro notturno e caregiver si applica anche in caso di reperibilità, per chi è titolare di 104.
Quindi: il caregiver, ma anche il lavoratore disabile, possono rifiutare la reperibilità. Anche in questo caso, però, hanno l’obbligo di darne comunicazione al datore di lavoro almeno 24 ore prima dell’entrata in fascia di reperibilità.
Ricordiamo ovviamente che il dipendente che assiste un familiare con disabilità grave ha anche diritto ai permessi retribuiti. Tre giorni di assenza dal lavoro che possono essere goduti anche in maniera frazionata (a ore).
Oltre al congedo straordinario biennale, che oltre a essere retribuito, concede al dipendente il versamento di contributi figurativi utili per la misura e il diritto alla pensione. Il congedo biennale, così come i permessi, può essere fruito in maniera frazionata.
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