Ausili per disabili, dopo quanto tempo arrivano? Quando dura l’attesa media dei cittadini dal giorno della richiesta? Un’indagine ha dimostrato che il 50% delle persone con disabilità aspetta dai 3 ai 6 mesi prima di avere l’ausilio. Ma non è tutto: il 43,5% deve anche pagare una integrazione. Brutti segnali per il servizio sanitario pubblico. Ma vediamo nel dettaglio. (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Gli ausili per disabili e il Servizio sanitario
Strumenti di autonomia
Gli ausili per disabili sono strumenti indispensabili per l’autonomia e la qualità della vita. Vanno da semplici attrezzature come stampelle e deambulatori, a dispositivi più complessi come sedie a rotelle elettriche e sistemi di comunicazione avanzata. Secondo la legislazione italiana, ogni cittadino con una disabilità ha diritto a ricevere gli ausili necessari dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN).
Problemi di celerità e appropriatezza
Sebbene il diritto sia riconosciuto, la realtà mostra una diversa faccia della medaglia. Uno dei principali problemi è la mancanza di celerità nella fornitura di questi ausili. L’attesa può variare significativamente, con un’indagine che mostra che la metà degli utenti attende da 3 a 6 mesi per la consegna.
Altro problema è l’appropriatezza dei dispositivi forniti. Non sempre gli ausili corrispondono esattamente alle esigenze specifiche del singolo individuo, a causa di valutazioni mediche superficiali o di una scelta di dispositivi obsoleti.
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La strada verso il miglioramento
Una possibile soluzione potrebbe essere una revisione completa del sistema di erogazione degli ausili. Questo includerebbe:
- Aggiornamento dei nomenclatori: molti sono vecchi e superati e non riflettono le opzioni moderne disponibili.
- Miglioramento delle valutazioni mediche: per assicurare che l’ausilio sia il più adatto possibile alle esigenze dell’individuo.
- Trasparenza nei tempi di attesa: fornire agli utenti una stima realistica del tempo di attesa e degli eventuali costi aggiuntivi.
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L’indagine
Metodologia e partecipanti
L’indagine è stata condotta da Confindustria Dispositivi Medici e i risultati sono stati presentati al 51° Congresso SIMFER. Il campione ha incluso pazienti utilizzatori di ausili sia assistenziali che riabilitativi.
Principali risultati
I dati dell’indagine mettono in luce diversi problemi:
- Lunghe attese: come detto, il 50% delle persone con disabilità aspetta dai 3 ai 6 mesi.
- Costi aggiuntivi: il 43,5% deve pagare un’integrazione.
- Inadeguatezza degli ausili: anche se non quantificato, un numero significativo di utenti ritiene che gli ausili forniti non siano adeguati alle loro necessità.
Implicazioni e prospettive future
L’indagine evidenzia l’urgente necessità di riforme. È chiaro che il sistema attuale non è sostenibile e necessita di interventi mirati per migliorare la celerità e l’appropriatezza nella fornitura di ausili. La voce degli utenti è un elemento cruciale per qualsiasi futuro aggiornamento del sistema, e dovrebbe essere presa in considerazione in tutte le fasi del processo decisionale.
Tempi, costi e procedure per avere gli ausili: un viaggio a ostacoli
Quando si tratta di ausili per disabili, la prima domanda che sorge è: “Dopo quanto tempo arrivano?”. Per ottenere una risposta, è essenziale comprendere le fasi procedurali che gli utenti devono affrontare. La cronologia tipica segue queste tappe:
- Valutazione medica: determinazione dell’ausilio necessario attraverso un team di professionisti sanitari.
- Richiesta formale: invio di documentazione e certificazioni all’ente sanitario competente.
- Verifica ed approvazione: valutazione della richiesta da parte del Servizio Sanitario.
- Ordinazione dell’ausilio: una volta ottenuta l’approvazione, l’ente procede all’acquisto.
- Consegna: l’ausilio viene finalmente consegnato al paziente.
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Tempi di attesa
L’indagine ha dunque dimostrato che il 50% delle persone con disabilità aspetta dai 3 ai 6 mesi prima di avere l’ausilio. Questi tempi possono variare in base a diversi fattori:
- Tipo di ausilio: ad esempio, una carrozzina standard potrebbe arrivare più velocemente di un dispositivo di assistenza respiratoria specializzato.
- Disponibilità di stock: la presenza o meno di un ausilio in magazzino può fare la differenza.
- Efficienza burocratica: a seconda della Regione o dell’ASL, i tempi di processamento della documentazione possono variare notevolmente.
Costi aggiuntivi
Nella stessa indagine è emerso che al 43,4% dei pazienti è stato chiesto di pagare un’integrazione. La struttura dei costi aggiuntivi spesso segue questo schema:
- Integrazione del 10% o più del costo totale: 41,3%
- Integrazione minore del 10% del costo totale: 2,1%
- Nessuna integrazione: 56,6%
L’uso del vecchio nomenclatore: una mappa della disuguaglianza
Uno degli aspetti più critici riguarda l’utilizzo del vecchio nomenclatore per gli ausili, datato 1999 (DM 332). In Italia, la situazione è fortemente eterogenea:
- Regioni che usano il vecchio nomenclatore: 10
- Regioni che usano il nuovo nomenclatore (DPCM Lea 2017): 5
Conseguenze per l’uso del vecchio nomenclatore
L’uso del vecchio nomenclatore comporta diversi problemi:
- Disuguaglianza nell’accesso: la stessa persona potrebbe ottenere un ausilio diverso a seconda della Regione o dell’ASL di residenza.
- Tecnologia obsoleta: il vecchio nomenclatore potrebbe non comprendere ausili dotati delle tecnologie più recenti.
- Complessità burocratica: ogni Regione o ASL può avere procedure di approvvigionamento diverse, creando confusione e rallentando i tempi.
Questa situazione pone l’accento sulla necessità di uniformare i criteri di forniture, per garantire un accesso equo e omogeneo agli ausili per tutti i cittadini italiani.
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Gli ausili per disabilità gravi e complesse
Il contesto degli ausili per disabilità gravi e complesse è particolarmente delicato. Per questi casi, il tempo di attesa può diventare un fattore critico che influisce direttamente sulla qualità di vita.
I tempi di fornitura
Un’attesa tra i 3 e i 6 mesi per ricevere l’ausilio richiesto può rappresentare un periodo estremamente lungo se si considera l’urgenza di queste situazioni.
Personalizzazione degli ausili
Un altro fattore da considerare è la personalizzazione dell’ausilio. Per i casi più complessi, la personalizzazione è essenziale, ma questo può estendere ulteriormente i tempi di attesa.
Le gare d’appalto
Lo spostamento degli ausili per disabilità gravi e complesse negli elenchi di ausili di serie, quindi sottoposti a gara d’appalto, è un ulteriore ostacolo. Questa pratica impedisce un’adeguata personalizzazione del dispositivo, con ripercussioni negative sulla qualità della vita dell’individuo.
Tabelle di riferimento
Fase | Tempo medio di attesa |
---|---|
Valutazione medica | 1-2 mesi |
Approvazione | 1 mese |
Fornitura | 3-6 mesi |
La necessità di rivedere gli elenchi
La questione degli elenchi degli ausili è di fondamentale importanza. Ecco alcune delle problematiche emerse:
Incertezza normativa
Dopo la riforma dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) del 2017, l’incertezza riguardo alle regole di fornitura è aumentata, generando notevoli differenze tra le diverse regioni italiane.
Elenchi obsoleti
Molti elenchi sono obsoleti e risalgono al vecchio nomenclatore del 1999, privo di aggiornamenti sui nuovi ausili tecnologici disponibili sul mercato.
Proposta di revisione
Organizzazioni come Confindustria Dispositivi Medici stanno lavorando per una revisione degli elenchi, al fine di inserire ausili più moderni e adattabili alle reali necessità dei pazienti.
Schema proposta di revisione
- Identificare le lacune attuali negli elenchi.
- Confronto con le migliori esperienze internazionali.
- Consultazione con gli stakeholder.
- Implementazione di un nuovo elenco 1BIS.
- Monitoraggio e aggiornamenti periodici.
Attraverso un’attenta revisione e un aggiornamento degli elenchi, si potrebbe ridurre la burocrazia, standardizzare la fornitura di ausili e, soprattutto, rispondere meglio alle necessità dei pazienti.
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Spesa media in Italia per dispositivi medici
L’Italia esce male anche dal confronto dei dati relativi alla spesa pubblica pro capite in dispositivi medici. La media europea è di 284, mentre la media italiana è di 123. Questo indica una differenza di 161€ tra la spesa europea e quella italiana pro capite.
Vediamo ora la media nelle singole regioni del Paese:
- P.A. Bolzano: 203,6
- Friuli V.G.: 176,8
- Umbria: 166,8
- Marche: 161,9
- Toscana: 160,6
- Abruzzo: 158,9
- Piemonte: 148,2
- P.A. Trento: 144,6
- Sardegna: 140,3
- Emilia Romagna: 139,7
- Liguria: 137,2
- Puglia: 133,1
- Veneto: 124,3
- Valle d’Aosta: 114,9
- Basilicata: 114
- Molise: 113,4
- Sicilia: 112
- Campania: 101,2
- Calabria: 95,9
- Lazio: 95,1
- Lombardia: 92,5

FAQ (domande e risposte)
Qual è l’attesa media per la consegna di ausili per disabili in Italia?
Secondo l’indagine condotta da Confindustria Dispositivi Medici, l’attesa media per la consegna di ausili per disabili in Italia varia significativamente. Il 50% delle persone con disabilità che hanno fatto una richiesta al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) deve attendere dai 3 ai 6 mesi prima di ricevere l’ausilio necessario. Questo ritardo evidenzia un problema serio nel sistema, soprattutto considerando la fondamentale importanza di tali ausili per la vita quotidiana delle persone disabili.
Quale percentuale di persone deve pagare un’integrazione per gli ausili?
Nella stessa indagine, è emerso che il 43,5% dei pazienti è stato chiesto di pagare un’integrazione di tasca propria per la consegna dell’ausilio. In particolare, nel 41,3% dei casi, questa integrazione era del 10% o più del costo totale dell’ausilio. Questo dato mette in luce ulteriori fardelli finanziari per le persone disabili, che spesso sono già in situazioni economicamente precarie.
Come valutano gli utenti il servizio di fornitura di ausili dal Sistema Sanitario Nazionale?
Secondo la survey, il 37% degli utenti è insoddisfatto del servizio di fornitura di ausili in termini di tempi e procedure. Tuttavia, una percentuale maggiore, il 58,7%, è soddisfatta della fase di manutenzione e assistenza tecnica. Questi dati indicano una discrepanza nella qualità del servizio, con un elevato livello di insoddisfazione nella fase iniziale della fornitura.
Quante regioni italiane utilizzano ancora il vecchio nomenclatore del 1999 per gli ausili?
L’indagine rivela che 10 regioni italiane utilizzano ancora il vecchio nomenclatore del 1999 (DM 332) per la classificazione e fornitura degli ausili. Solo 5 regioni applicano il Nuovo Nomenclatore del DPCM Lea 2017, evidenziando una mancanza di omogeneità nelle procedure a livello nazionale.
Quali sono i problemi principali nella fornitura di ausili per disabilità gravi e complesse?
Uno dei principali problemi è la mancanza di personalizzazione degli ausili, soprattutto per disabilità gravi e complesse. La prassi attuale di acquisizione tramite gara d’appalto impedisce un’individuazione ad personam del dispositivo, il che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti. Inoltre, c’è una notevole disparità tra le diverse regioni e persino tra diverse ASL nella stessa regione, il che complica ulteriormente il processo.
Perché è necessaria una revisione degli elenchi degli ausili forniti dal Sistema Sanitario Nazionale?
La necessità di una revisione degli elenchi è pressante per vari motivi. Primo, per risolvere il problema degli ausili complessi che necessitano di una personalizzazione specifica. Secondo, per sanare le incongruenze create dal DPCM del 2017 che hanno portato a differenze significative nelle regole di fornitura tra le diverse regioni. La revisione potrebbe anche contribuire a migliorare i tempi di consegna e ad abbattere i costi extra che devono essere sostenuti dai pazienti.
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