Aumenti pensioni invalidità 2023: le cifre ufficiali

Aumenti pensioni invalidità 2023: le cifre ufficiali diffuse dall’Inps, sale anche il limite di reddito. Per alcuni trattamenti non è stata prevista la rivalutazione all’inflazione (come l’Ape sociale). Adeguati anche la pensione sociale e l’assegno sociale. Vediamo come.
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23/9/23

Aumenti pensioni invalidità 2023, l’Inps ha diffuso una circolare con i nuovi importi per il prossimo anno. (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

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Non si tratta di veri aumenti, ma della rivalutazione degli assegni rispetto all’inflazione. Quest’anno l’incremento è stato fissato al 7,3 per cento. Lo ha stabilito con decreto il ministero del Lavoro il 10 novembre del 2022.

Questo aumento assorbirà anche l’anticipo del 2 per cento che è stato già riconosciuto a settembre. E quindi gli aumenti di gennaio saranno del 5,3 per cento.

In un articolo di qualche settimana fa avevano annunciato i possibili incrementi delle pensioni di invalidità; c’è un post su pensioni e assegni che verifica quanto prende un invalido al 100 per cento; e infine un focus che spiega perché le badanti con 15 anni di contribuzione non avranno diritto alla pensione.

Aumenti pensioni invalidità 2023: tutte le misure

L’Inps ha dunque aumentato alcuni trattamenti sociali ed assistenziali a partire dal 2023. In particolare:

L’importo dell’assegno sociale aumenterà da 469,03 euro a 503,27 euro, con un aumento di 34,24 euro.

Il trattamento minimo del FPLD (fondo pensione lavoratori dipendenti) aumenterà da 538,25 euro a 563,74 euro, con un aumento di 25,49 euro.

Le prestazioni assistenziali erogate a favore degli invalidi civili (assegno mensile e pensione di inabilità civile) saranno fissate a 313,91 euro al mese, con un aumento di 22,66 euro.

L’indennità di accompagnamento aumenterà a 527,16 euro al mese.

Le indennità e gli assegni accessori riconosciuti agli invalidi di guerra e del servizio titolari di pensione di guerra o di pensione privilegiata di prima categoria aumenteranno dell’1,31 per cento, con un aumento variabile a seconda dell’importo della prestazione.

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Aumenti pensioni invalidità 2023: limiti di reddito

Oltre agli importi la rivalutazione prevede anche un aumento dei limiti di reddito personale, vediamo come:

Per invalidi totali, ciechi civili e sordomuti:

  • limite di reddito 2022: 17.050,42 euro;
  • limite di reddito 2023: 17.920,00 euro.

Invalidi parziali e minori:

  • limite di reddito 2022: 5.025,02 euro;
  • limite di reddito 2023: 5.391,88 euro.

Questi aumenti servono a mantenere il potere d’acquisto di queste prestazioni nel tempo, in modo che le persone interessate possano continuare a sostenere le loro spese.

Aumenti pensioni invalidità 2023: per chi non è previsto

Ci sono alcuni trattamenti pensionistici per i quali non è prevista la rivalutazione dell’importo.

Vediamo quali:

  • assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà (come il credito bancario, cooperativo o assicurativo);
  • l’indennità mensile del contratto di espansione;
  • l’Ape sociale;
  • l’Isopensione.

Per queste misure la rivalutazione viene esclusa per tutta la durata del trattamento, ovvero fino a quando non si trasformano in pensione di vecchiaia.

Aumenti pensioni invalidità 2023: assegno sociale e pensione sociale

Adeguati all’inflazione invece altri trattamenti assistenziali come l’assegno sociale e la pensione sociale:

la pensione sociale passa da 383,54 euro a 414,57 euro

  • limite di reddito personale:
    • da 5.025,02 euro a 5.391,88 euro
  • limite di reddito coniugale:
    • da 17.313,33 euro a 18.577,24 euro.

L’assegno sociale passa da 469,03 euro a 503,27 euro

  • limite di reddito personale:
    • da 6.097,39 euro a 6.542,51 euro
  • limite di reddito coniugale:
    • da 12.194,78 a 13.085,02 euro

Aumenti pensioni invalidità 2023: speranza di vita

Ricordiamo che l’articolo 18 del decreto-legge del 2011 stabilisce che il requisito minimo di età per ottenere l’assegno sociale (e altre prestazioni) deve essere adeguato all’aumento della speranza di vita. 

Dal primo gennaio 2020 al 31 dicembre 2023, il requisito di età per l’assegno sociale è di 67 anni. Di conseguenza, le prestazioni per invalidi civili e sordomuti che compiono 67 anni entro il 30 novembre 2023 sono state ricalcolate e l’importo dell’assegno sociale è stato attribuito a partire dal mese successivo al compimento dei 67 anni. 

Se non ci sono informazioni aggiornate, l’importo dell’assegno sociale viene attribuito senza gli aumenti previsti dalla legge. Le strutture territoriali devono ricostituire le pensioni per cui non ci sono informazioni reddituali, fornendo i dati aggiornati del titolare e, se coniugato, anche del coniuge.

Aumenti pensioni invalidità 2023: cos’è la rivalutazione

La rivalutazione delle pensioni è una misura adottata dallo Stato per aumentare l’importo delle pensioni in base all’andamento dei prezzi o dei salari. In questo modo, il potere d’acquisto delle pensioni viene mantenuto nel tempo e gli anziani possono continuare a sostenere le loro spese. La rivalutazione viene solitamente applicata ogni anno, utilizzando un indice che misura l’aumento dei prezzi o dei salari.

Nell’immagine due anziani e delle monete

Rivalutazione per le altre pensioni

A partire da gennaio 2023, le pensioni saranno rivalutate in modo significativo per proteggere il potere d’acquisto e adeguarsi al costo della vita. 

Le pensioni minime aumenteranno a 600 euro al mese solo per gli “over 75” e solo per il 2023. 

Le pensioni fino a 4 volte il minimo (2.100 euro al mese) aumenteranno del 100% dell’inflazione, ovvero di 153 euro al mese

Le pensioni fino a 5 volte il minimo (2.626 euro al mese) aumenteranno dell’85%, ovvero di circa 162 euro al mese

Per le altre fasce di pensione, l’aumento sarà inferiore: 

  • dal 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (3.150 euro al mese), 
  • al 47% per quelle tra 6 e 8 volte il minimo (4.200 euro al mese), 
  • al 37% per quelle da 8 a 10 volte il minimo (5.250 euro al mese), 
  • e al 32% per le pensioni oltre le 10 volte il minimo.

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