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Alcune persone con disabilità sono esonerate dall’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione (ADI). Dipende dalla capacità lavorativa residua riconosciuta e dal fatto di essere iscritti o meno alle liste per il collocamento obbligatorio.
Altri, possono essere inseriti lavorativamente. Comunque sia, i soggetti “occupabili” all’interno del nucleo familiare che richiede l’ADI, sono obbligati a seguire un percorso di inserimento lavorativo nell’Assegno di Inclusione e in questo approfondimento ci concentriamo soprattutto su questo aspetto.
Indice
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Inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione
Il riconoscimento della nuova misura di contrasto alla povertà è subordinato all’adesione di un percorso personalizzato di inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione, oltre al possesso dei requisiti di accesso di cui ti parliamo dettagliatamente in questo articolo: requisiti Assegno di inclusione.
I nuclei familiari che vogliono ottenere l’Assegno di inclusione devono presentare domanda tramite l’INPS e seguire questo iter:
sottoscrivere il Patto di attivazione digitale, cioè iscriversi al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) che garantisce l’interazione tra diverse banche dati e aiuti INPS e forze dell’ordine nei controlli;
aderire a un percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa (Patto di servizio personalizzato). Il percorso viene definito nell’ambito di uno o più progetti finalizzati a identificare i bisogni del nucleo familiare nel suo complesso e dei singoli componenti. Il Patto di servizio personalizzato può essere coordinato con i percorsi formativi previsti dal Programma Nazionale per la Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (Programma GOL), di cui alla Missione M5, componente C1, del Piano nazionale per la ripresa e resilienza PNRR.
Scopriamo insieme i dettagli di questi passaggi preparatori all’erogazione dell’Assegno di Inclusione.
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Il Patto di attivazione digitale e inclusione per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione
Dopo la presentazione della domanda all’INPS, sarà necessario seguire l’iter per il Patto di attivazione digitale e inclusione per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione:
Questo iter prevede:
- la convocazione dai servizi sociali entro 120 giorni per sottoscrivere il Patto di attivazione digitale e avviare il percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa;
- l’avvio di un percorso, che inizia con l’iscrizione presso il nuovo sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL). L’iscrizione al SIISL avviene con l’aiuto dei CAF o dei Patronati abilitati;
- la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare, finalizzata alla sottoscrizione di un Patto per l’inclusione, fatta dai servizi sociali.
Si passa successivamente al Patto di servizio personalizzato: vediamo di cosa si tratta.
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Il Patto di servizio personalizzo per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione
Una volta seguito l’iter per il Patto di attivazione digitale, si passa al Patto di servizio personalizzato per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione.
Solo i componenti nel nucleo familiare di età compresa tra i 18 anni e i 59 anni attivabili al lavoro vengono inviati ai centri per l’impiego per la sottoscrizione del Patto.
Il Patto di servizio personalizzato deve essere sottoscritto entro 60 giorni da quando i componenti vengono inviati al centro per l’impiego e, in mancanza, il beneficio economico sarà sospeso.
L’invio del componente del nucleo familiare al centro per l’impiego può essere modificato e adeguato in base alle concrete esigenze di inclusione o di attivazione lavorativa o formativa dell’interessato.
Sono tenuti all’obbligo di adesione e alla partecipazione attiva a tutte le attività formative, di lavoro, nonché alle misure di politica attiva, i componenti maggiorenni il nucleo familiare beneficiari ADI, che:
- esercitano la potestà genitoriale;
- non siano già occupati;
- risultano non frequentare un regolare corso di studi;
- non abbiano carichi di cura.
Il Decreto Lavoro prevede anche che i componenti con disabilità o di età pari o superiore a 70 anni possono comunque richiedere l’adesione volontaria a un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
Inoltre, anche tutti i beneficiari del Supporto o SDA sono tenuti ad aderire al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa in quanto “occupabili”.
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Chi è escluso dal Patto di servizio personalizzato per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione?
Sono esclusi dall’obbligo di adesione al percorso personalizzato di inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione i seguenti percettori dell’ADI:
- beneficiari dell’Assegno di Inclusione titolari di pensione diretta o comunque di età pari o superiore a 70 anni;
- con disabilità, fatta salva ogni iniziativa di collocamento mirato;
- affetti da patologie oncologiche;
- con carichi di cura, valutati con riferimento alla presenza di soggetti minori di 3 anni di età, di tre o più figli minori di età, oppure di componenti il nucleo familiare con disabilità o non autosufficienza.
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Quali sono gli obblighi del Patto di lavoro per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione
Come abbiamo visto, il nuovo Patto per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione comporta l’obbligo alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale.
Poi, solo i soggetti all’interno del nucleo familiare beneficiario di età compresa tra 18 e 59 anni e attivabili al lavoro, hanno l’obbligo dell’adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa. Quest’ultimo comporta, di conseguenza, la disponibilità del richiedente alle seguenti attività:
- partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro quali, per esempio, la stesura del curriculum vitae e la preparazione per sostenere colloqui di lavoro o altra iniziativa di orientamento;
- partecipazione a iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione;
- accettazione di congrue offerte di lavoro.
Il Patto di servizio personalizzato può essere coordinato con i percorsi formativi previsti dal Programma GOL.
Gli stessi obblighi sul percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa riguardano anche i beneficiari dello Strumento di attivazione al lavoro.
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Quando un’offerta di inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione è considerata “congrua”?
Per i soggetti occupabili, cioè coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 59 anni e non rientrano tra le categorie individuate come “fragili”, è prevista la decadenza dal beneficio nel caso di rifiuto di un’offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno e con una retribuzione non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi e che sia, alternativamente:
- a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;
- a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.
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Cosa accade se non si sottoscrive il Patto per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione?
Se non si sottoscrive il Patto per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione non si ha diritto all’ADI, né all’indennità dello Strumento di attivazione al lavoro.
Il mese successivo all’attivazione si può riscuotere l’ADI mediante la “carta di inclusione”. Stesso discorso per chi, sottoscritto il Patto digitale, non mantiene gli impegni del Patto personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Il beneficio, in questo caso, sarà sospeso.
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Sono previsti incentivi ai datori di lavoro che assumono tramite inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione?
Il Decreto lavoro 2023 prevede degli incentivi per chi assume i percettori di Assegno di Inclusione (ADI), oltre ad altri bonus assunzioni. In particolare:
- per i datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’Assegno di inclusione, la norma prevede l’esonero totale dai contributi dovuti (escluso INAIL, nel limite massimo di 8.000 euro su base annua). L’esonero contributivo per assunzioni beneficiari ADI o SDA vale per i contratti di lavoro subordinati a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche per i contratti di apprendistato;
- nel caso di contratti a tempo determinato o stagionale, pieno o parziale, il testo del Decreto prevede, per un periodo massimo di 12 mesi e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro, l’esonero dal versamento del 50% dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL (nel limite massimo di importo pari a 4.000 euro su base annua, riparametrato e applicato su base mensile).
Inoltre, ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80% di quello riconosciuto ai datori di lavoro.
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Quali sono le differenze tra il nuovo Patto di inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione e il Patto di lavoro del Rdc?
La vera differenza tra il Patto per l’inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione e quello in vigore per il Reddito di Cittadinanza, sta nell’istituzione del nuovo Patto di attivazione digitale.
Introdotto dal Decreto lavoro 2023, questo patto è propedeutico alla riscossione dell’Assegno di inclusione (se si è in possesso dei requisiti richiesti).
Inoltre, il nuovo Patto per il lavoro, in merito all’adesione al percorso personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, avrà un funzionamento simile a quello del Reddito di Cittadinanza: cambiano solo i soggetti beneficiari e i tempi.
Infatti, il Patto di servizio personalizzato deve essere sottoscritto entro 60 giorni da quando i componenti vengono inviati al centro per l’impiego e, in mancanza, il beneficio economico sarà sospeso.
Ovviamente, per avere la certezza di queste differenze e della reale applicazione delle nuove norme, bisognerà attendere la conversione in legge del Decreto lavoro 2023 e i provvedimenti attuativi delle due nuove misure, su cui ti aggiorneremo.
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Quando entra in vigore il Patto di inserimento lavorativo nell’Assegno di inclusione?
In affiancamento all’Assegno di inclusione, dal 1° settembre 2023 sarà introdotto lo Strumento di attivazione al lavoro (SDA) chiamato anche Supporto per la formazione e lavoro (è la stessa cosa).
Lo SDA dà diritto a un’indennità di partecipazione pari a 350 euro. Quest’ultima misura, a differenza dell’ADI è destinata agli “occupabili” inseriti in misure di politica attiva del lavoro (programma GOL), inclusi lavori socialmente utili e servizio civile.
Dal 1° settembre 2023 quindi, dovrà essere già attivo il nuovo Patto per il lavoro che poi entrerà a regime con l’ADI dal 1° gennaio 2024.
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