L’Ape sociale 2024 non ci sarà ed è stata azzerata anche Opzione donna: le due misure sono state sostituite da un “fondo” per ora senza nome, che ripropone di fatto gli stessi requisiti dell’Ape sociale, restringendo però le possibilità di pensionamento anticipato a caregiver e invalidi. (scopri le ultime notizie su Legge 104, invalidità civile, categorie protette, diritto del lavoro, sussidi, offerte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsApp, Telegram e Facebook).
Indice
Ape sociale 2024: ora c’è un fondo
Obiettivi e nuovi requisiti del fondo
Il nuovo fondo sostituisce l’Ape sociale e Opzione Donna, unificando diverse misure in un solo strumento di flessibilità previdenziale. La nuova età di pensionamento viene fissata a 63 anni per tutte le categorie, con alcune variazioni sull’anzianità contributiva. Ecco un dettaglio dei nuovi requisiti:
Categoria | Età | Anni di Contributi |
---|---|---|
Donne | 63 | 35 |
Uomini (caregiver, disoccupati, invalidi e gravosi) | 63 | 36 |
Tutti gli altri casi (con Quota 104) | 63 | 41 |
Premialità e penalizzazioni
Il fondo introduce anche un sistema di premialità e penalizzazioni:
- Premialità: chi decide di lavorare oltre l’età pensionabile prevista manterrà in busta paga la trattenuta del 9,19%, come avviene attualmente per quota 103.
- Penalizzazioni: chi opta per un pensionamento anticipato sarà soggetto a un tetto massimo sulla pensione erogabile fino al raggiungimento dell’età di vecchiaia.
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La semplificazione che penalizza caregiver e invalidi
Riduzione della flessibilità in uscita
Il governo ha scelto di semplificare le misure previdenziali che anticipano la pensione. Tuttavia, questa mossa ha penalizzato soprattutto le cosiddette categorie fragili. La flessibilità in uscita viene ridotta in modo significativo per:
- Persone con invalidità pari o superiore al 74%
- Caregiver familiari con almeno sei mesi di assistenza a persone gravemente disabili (come certificato dalla legge 104)
- Disoccupati
- Donne
Cambiamenti nei requisiti
I requisiti di pensionamento per queste categorie sono stati rivisti. Ad esempio, per un caregiver o un invalido, l’anzianità contributiva richiesta è ora di 36 anni, rispetto ai 30 previsti con la vecchia Ape sociale.
Pensione anticipata donne: un altro passo indietro
L’eliminazione di Opzione donna rappresenta un cambio di rotta significativo nel panorama previdenziale italiano, soprattutto, è ovvio, per le lavoratrici. Questa misura, fino al 31 dicembre 2022, permetteva alle donne con almeno 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età anagrafica (a seconda che fossero dipendenti o autonome) di accedere alla pensione in modo anticipato.
Requisiti per Opzione donna fino al 31 dicembre 2022
Per fare un confronto più accurato, ricordiamo i requisiti richiesti per accedere a Opzione donna fino alla fine del 2022:
- Anzianità contributiva uguale o superiore a 35 anni
- Età anagrafica uguale o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per quelle autonome
- Era necessario aver raggiunto questi requisiti entro il 31 dicembre 2021
Questi requisiti erano quindi più favorevoli rispetto a quelli introdotti con le nuove norme.
Requisiti per Opzione donna fino al 31 dicembre 2023
Nel 2023, la situazione relativa all’accesso alla pensione anticipata per le donne è radicalmente cambiata. Le restrizioni introdotte hanno limitato l’accesso alla misura a specifiche categorie di lavoratrici in condizioni di svantaggio. Di seguito, i dettagli:
Categorie di lavoratrici con accesso garantito
- Lavoratrici licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero.
- Donne con disabilità pari o superiore al 74%.
- Donne che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi con handicap in situazione di gravità, come certificato dalla legge 104 del 1992.
Variazioni dell’età di accesso
- L’età minima di accesso è stata innalzata a 60 anni, sia per le lavoratrici dipendenti che per quelle autonome.
- È previsto un anticipo di 1 anno per ogni figlio, fino a un massimo di due figli.
Condizione | Età di Accesso |
---|---|
Nessun figlio | 60 anni |
Un figlio | 59 anni |
Due o più figli | 58 anni |
Impatti sulle donne con la nuova misura
Con la nuova misura, che sarà introdotta nel 2024, le cose cambiano ancora per le donne (e sempre in peggio):
- Aumento dell’età pensionabile: la soglia d’età sale a 63 anni, un aumento non indifferente.
- Categorie beneficiarie: solo le donne in situazioni di svantaggio potranno accedere alla pensione anticipata.
- Prestazione di accompagnamento: non si tratta più di una vera e propria pensione, ma di un accompagnamento alla pensione di vecchiaia, che sarà erogata solo a partire dai 67 anni.
Ecco un confronto tabellare dei cambiamenti:
Opzione donna (fino a 2022) | Nuovo fondo (dal 2024) | |
---|---|---|
Età minima | 58/59 anni | 63 anni |
Anzianità contributiva | 35 anni | 35 anni |
Categoria | Tutte le donne | Solo donne in situazioni di svantaggio |
Ape sociale 2024: perché penalizzare invalidi e caregiver?
Per anni, l’Ape sociale è stata presentata come una misura sostenibile, capace di garantire una sorta di “uscita di sicurezza” dal mondo del lavoro per determinate categorie di lavoratori, tra cui invalidi e caregiver. La sorprendente decisione di eliminare l’Ape sociale nel 2024 e di sostituirla con un nuovo fondo sembra quindi ingiustificata, specialmente perché gli stessi beneficiari dell’Ape sociale risultano i più penalizzati.
La soglia contributiva: da 30 a 36 anni
Uno dei cambiamenti più significativi, come accennato, riguarda l’innalzamento della soglia contributiva richiesta, che passa da 30 a 36 anni. Questo dettaglio è particolarmente rilevante per invalidi e caregiver, categorie che già faticano a raggiungere il numero minimo di anni contributivi richiesti per la pensione.
- Invalidi: a causa delle condizioni di salute, gli invalidi spesso incontrano ostacoli nel mondo del lavoro, rendendo difficile l’accumulo di un numero sufficiente di anni contributivi.
- Caregiver: la natura stessa del ruolo di caregiver, rende spesso difficile per questi lavoratori accumulare un numero consistente di anni contributivi.
Le motivazioni mancanti
Il governo non ha ancora fornito spiegazioni dettagliate sul perché di queste modifiche. L’eliminazione dell’Ape sociale e l’innalzamento dei requisiti contributivi rappresentano, per le categorie più fragili, un ostacolo ancora più grande alla pensione anticipata, senza che ci siano state giustificazioni solide al riguardo.
Il governo aveva detto altro
Promesse elettorali e realtà
Durante la campagna elettorale, il governo aveva più volte accennato alla volontà di adottare misure a favore delle categorie più deboli, come i lavoratori fragili, le donne e i giovani. Tuttavia, la politica pensionistica attuale sembra contraddire queste promesse iniziali.
- Focus su altri settori: invece di mantenere o addirittura potenziare misure come l’Ape sociale e Opzione donna, l’attuale esecutivo ha scelto di concentrarsi su altre priorità come il taglio del cuneo fiscale e la promozione della natalità.
- Contraddizione con le “buone intenzioni”: aumentare la soglia contributiva e l’età pensionabile, mentre si parla di sostenere i lavoratori fragili, è una contraddizione che mette in luce un divario tra le dichiarazioni di intenti e le azioni concrete.
La sostenibilità economica: un pretesto?
Il governo potrebbe aver fatto queste scelte citando ragioni di “sostenibilità economica”. Tuttavia, non è stato presentato alcun dato concreto che giustifichi l’urgente necessità di queste modifiche, soprattutto quando riguardano le categorie più vulnerabili della popolazione.
In conclusione, le modifiche al sistema previdenziale previste dalla legge di Bilancio per il 2024 rappresentano un deciso passo indietro in termini di diritti e opportunità per invalidi e caregiver.

FAQ (domande e risposte)
Cosa sostituisce l’Ape sociale 2024 e Opzione donna?
L’Ape sociale e Opzione donna sono state sostituite da un “fondo” ancora senza nome. Questo fondo intende unire diversi canali di uscita anticipata (come Ape sociale, Opzione Donna, Quota 103) in un unico strumento di flessibilità. L’obiettivo sembra essere quello di standardizzare e semplificare le varie opzioni di pensionamento.
Qual è la nuova età di pensionamento prevista dal fondo che rimpiazza l’Ape sociale 2024?
L’età anagrafica fissa per accedere al nuovo fondo è di 63 anni per tutti i lavoratori. L’anzianità contributiva varia a seconda delle categorie: 35 anni di contributi per le donne, 36 anni per i lavoratori uomini caregivers, disoccupati, invalidi e gravosi, e 41 anni in tutti gli altri casi.
Come cambiano i requisiti di pensionamento anticipato per caregiver e invalidi nel 2024?
Prima della riforma, l’Ape sociale richiedeva 30 anni di contributi per caregiver e invalidi. Dopo la riforma, la soglia contributiva è stata portata a 36 anni. Questo restringe notevolmente la gamma di persone che possono beneficiare della pensione anticipata, penalizzando soprattutto caregiver e invalidi che potrebbero non aver accumulato i contributi richiesti a causa della loro condizione.
Perché l’Ape sociale 2024 è stata azzerata dal governo?
Il testo suggerisce che la scelta di azzerare l’Ape sociale è stata presa per semplificare un sistema previdenziale ritenuto troppo complicato e pieno di misure che si sovrappongono. Tuttavia, questa semplificazione è avvenuta a scapito delle cosiddette categorie fragili, tra cui caregiver e invalidi, che sono state ulteriormente penalizzate.
Quali erano i requisiti per accedere a Opzione donna fino al 2022?
Fino al 31 dicembre 2022, i requisiti per accedere a Opzione donna erano i seguenti:
- Anzianità contributiva uguale o superiore a 35 anni.
- Età anagrafica uguale o superiore a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per quelle autonome. Era necessario aver maturato questi requisiti entro il 31 dicembre 2021.
Cosa prevede il governo per le categorie di lavoratori fragili nel 2024?
Dal testo, si evince che il governo aveva annunciato misure a vantaggio di lavoratori fragili, donne e giovani. Tuttavia, la riforma attuale sembra andare in direzione opposta a queste promesse. L’accesso alle misure di pensionamento anticipato è stato reso più rigido sia in termini di età anagrafica che di contributi, soprattutto per le categorie fragili. Invece di mantenere o migliorare la flessibilità per queste categorie, il governo ha scelto di puntare su altri settori, come il taglio del cuneo fiscale e i bonus per la natalità.
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