Invalidità e assistenza, andare in viaggio con la badante

Andare in viaggio con la badante può essere fondamentale per alcune categorie di soggetti. Vediamo cosa comporta e quali sono i suoi diritti.
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9/6/23

Viaggiare è un toccasana per la maggior parte delle persone, comprese quelle invalide o molto anziane e non autosufficienti. Ecco perché in questo articolo approfondiamo cosa significa andare in viaggio con la badante (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

Indice

Andare in viaggio con la badante: chi è la badante

Prima di capire cosa comporta andare in viaggio con la badante, chiariamo innanzitutto in cosa consiste la figura della badante.

La badante, così come la colf, è una collaboratrice domestica che viene assunta da una persona fisica o da una famiglia per far fronte alle proprie esigenze di cura della casa o per assistere una persona non autosufficiente.

Anche se spesso vengono confusi, i ruoli di colf e badante sono diversi. Infatti, mentre la colf viene generalmente assunta per occuparsi delle faccende domestiche e per gestire la casa della persona o della famiglia in questione, la badante è chiamata ad assistere una o più persone disabili o anziane e non autosufficienti.

In entrambi i casi, i diritti delle collaboratrici domestiche sono regolati sia dalla legge sia dal contratto collettivo nazionale del lavoro domestico. Infatti, è proprio in base a questi riferimenti che una famiglia sa come comportarsi in diverse situazioni, per esempio in caso di malattia della badante o in caso di trasferta per un viaggio.

Nei prossimi paragrafi ci concentriamo in particolar modo su cosa significa andare in viaggio con la badante e perché questa figura può rivelarsi essenziale ai fini del viaggio.

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Andare in viaggio con la badante: perché può rivelarsi fondamentale

Sappiamo tutti che viaggiare è il più delle volte un’esperienza gratificante e liberatoria, che ci permette di staccare la spina per alcuni giorni e distrarci dalla vita quotidiana, per visitare una nuova città, un posto di mare, di montagna e così via.

Viaggiare può essere un vero toccasana, non solo per chi è giovane e autosufficiente, ma anche per chi è anziano o invalido e non autosufficiente. Anzi, per questi ultimi è un ottimo modo alleviare le giornate e svagarsi un po’, anche se questo vuol dire semplicemente respirare aria di mare.

Ovviamente, quando una famiglia decide di partire per un viaggio insieme a una persona anziana o disabile non autosufficiente, è molto importante sapere cosa fare e come attrezzarsi. Ed è proprio a questo proposito che la figura di una badante, che assiste costantemente il familiare non autosufficiente, diventa essenziale anche durante una vacanza.

Andare in viaggio con la badante significa avere un grandissimo supporto, che permetterebbe a tutti di rilassarsi e godersi i giorni di ferie. Ma in che modo la badante potrebbe aiutare?

Dunque, innanzitutto, può essere d’aiuto durante la preparazione del bagaglio della persona che è solita assistere. Oltre ai documenti di identità, come passaporto, carta d’identità, tessera sanitaria e patente, è necessario conoscere le cure mediche di cui ha bisogno l’anziano o l’invalido. E chi meglio della badante, che se ne prende cura 24 ore su 24, può sapere di quali farmaci ha bisogno?

Un altro dettaglio da non sottovalutare è proprio l’assistenza della persona, a partire dall’igiene personale fino al sapere come comportarsi quando il soggetto ha un deficit cognitivo.

Leggi anche quante ore di riposo sono previste per una badante convivente.

Andare in viaggio con la badante: la scelta del posto

Come per ogni viaggio, la scelta del posto è molto importante, soprattutto quando si viaggia insieme a un familiare non autosufficiente.

Anche in questo caso, per andare in viaggio con la badante bisogna tener conto della posizione in cui si trova la meta desiderata. Per esempio, è bene assicurarsi che vicino al luogo in cui si soggiorna ci siano ospedale o pronto soccorso, farmacie, e che non sia distante da stazioni o piazzole per i taxi.

Inoltre, bisogna considerare anche il luogo più adatto a seconda dello stato di salute dell’invalido o dell’anziano non autosufficiente. Per esempio se è meglio prediligere un luogo di mare o di montagna, oppure una città.

Scopri il contributo per assumare la badante per un invalido e quanto costa assumere una badante convivente.

Invalidità e assistenza: nella foto una giovane donna abbraccia un’anziana signora.

Andare in viaggio con la badante: i diritti in caso di trasferta

Finora abbiamo visto perché andare in viaggio con la badante può essere l’unico modo per fare delle vacanze insieme a una persona non autosufficiente. Adesso invece, vediamo dal punto di vista pratico cosa comporta la trasferta della badante.

Come sappiamo, quello che si instaura con la badante è un vero e proprio rapporto di lavoro tra la famiglia dell’assistito e la collaboratrice domestica.

Generalmente, quando si assume una badante convivente il contratto prevede anche la trasferta, e cioè l’accompagnamento della persona non autosufficiente in un altro Comune o residenza secondaria, per un periodo variabile di tempo.

Quindi, se il datore di lavoro richiede la trasferta al di fuori del normale luogo di lavoro, la badante è tenuta a seguire l’assistito.

In questo caso, il lavoratore domestico ha diritto a:

  • il rimborso delle spese di viaggio sostenute per raggiungere il luogo di vacanza;
  • al riposo settimanale concordato nel contratto.

Ma cosa succede se la trasferta non è prevista dal contratto? Dunque, andare in vacanza con la badante è comunque possibile, ma con delle condizioni leggermente diverse.

Ciò significa che in questa occasione, il datore di lavoro deve corrispondere alla lavoratrice domestica un’indennità aggiuntiva rispetto alla retribuzione ordinaria.

In particolare, l’indennità deve essere pari al 20% della retribuzione minima tabellare giornaliera per tutti i giorni della trasferta.

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