Indennità di accompagnamento anche a chi è autosufficiente

Ti spieghiamo se può essere erogata indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente e come fare per ottenerla.
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21/3/23

È prevista l’erogazione dell’indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente, oppure si ottiene solo nei casi in cui si ha un’invalidità totale e impossibilità a camminare o a muoversi? (entra nella community di Invalidità e Diritti e scopri le ultime notizie sull’invalidità civile. Unisciti al gruppo Telegram, alla chat tematica e a WhatsApp per ricevere tutte le news direttamente sul cellulare. Entra nel gruppo Facebook per parlare con migliaia di persone che hanno i tuoi stessi interessi).

L’indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente è possibile. Una sentenza della Corte di Cassazione, stabilisce infatti i parametri di autosufficienza per il diritto all’indennità. Vediamo nel dettaglio in quali casi è possibile richiedere il sussidio anche in situazioni di non autosufficienza.

Indice

Indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente

È una sentenza della Corte di Cassazione a stabilire che è possibile erogare indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente.

Nel dettaglio, la Sentenza n. 8060 del 27.04.2004 stabilisce che l’indennità di accompagnamento può essere riconosciuta anche se c’è la possibilità di svolgere autonomamente gli atti della vita quotidiana, tipici dell’età, ma la persona non è in grado di uscire e camminare da sola fuori dalla propria abitazione.

A breve andremo a vedere nel dettaglio la sentenza della Cassazione e cosa si intende per “non essere in grado di uscire e camminare da soli fuori dalla propria abitazione”.

Prima, però, vediamo quali sono le patologie che permettono di ottenere l’accompagnamento.

Intanto guarda anche questo video che ti spiega nel dettaglio cos’è l’indennità di accompagnamento e come richiederla:

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Quali sono le patologie per ottenere l’accompagnamento?

Per comprendere bene la sentenza della Cassazione, che stabilisce la possibilità dell’indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente, dobbiamo essere a conoscenza delle patologie che permettono di ottenere l’indennità.

Come vedremo a breve, infatti, la Corte di Cassazione ritiene che la lista delle patologie debba essere rivista o comunque debbano prevedere un’“interpretazione estensiva”.

La normativa prevede che possa chiedere l’accompagnamento:

  • chi non è in grado di deambulare da solo;
  • chi non è più capace di compiere senza l’aiuto di un’altra persona i gesti quotidiani della vita (lavarsi, vestirsi, mangiare e così via). In pratica, non deve essere più sufficiente.

Le patologie che con maggiore frequenza danno diritto a ricevere l’indennità di accompagnamento sono:

  • malattie mentali, fra cui schizofrenia e bipolarismo;
  • autismo;
  • malattie congenite fra cui la sindrome di down;
  • Parkinson;
  • Alzheimer;
  • sclerosi multipla in stadio avanzato;
  • diabete mellito;
  • cancro (e periodi di chemioterapia);
  • problemi cardiovascolari gravi;
  • interventi chirurgici che hanno comportato menomazioni permanenti come amputazioni e/o asportazioni di organi fondamentali;
  • problemi nefrologici;
  • persone affette da malattie croniche che necessitano di cure perenni;
  • postumi di episodi ischemici fra cui la paresi;
  • persone affette da Hiv – in forma grave e che quindi incida sulla quotidianità;
  • artrosi e artrite reumatoide;
  • paraplegia o tetraplegia.

Ora: mettiamo il caso che non si abbia una di queste patologie o si ha ma si è in grado di deambulare o di compiere gli atti della vita quotidiana all’interno dell’abitazione ma non fuori casa. Cosa ha stabilito la Cassazione?

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Indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente
Indennità di accompagnamento anche a chi è autosufficiente

Indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente: cosa ha stabilito la Cassazione

Torniamo quindi alla sentenza della Cassazione che ha stabilito la possibilità di accompagnamento a chi è autosufficiente.

La Cassazione ritiene che una persona riconosciuta impossibilitata a uscire dalla propria abitazione per provvedere alle proprie necessità, anche se risulta essere autosufficiente in casa, può ottenere l’indennità di accompagnamento.

Lo fa interpretando l’impossibilità di “autonoma deambulazione” ai sensi dell’articolo 1 della legge 18/1980 con l’incapacità di uscire da casa senza accompagnamento.

L’interpretazione è importante soprattutto per le persone anziane, che solitamente raggiungono un certo livello di autosufficienza domestica, ma restano recluse in casa per l’impossibilità di uscire da sole.

Quindi, per rispondere alla domanda: sì, l’indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente è possibile, ma solo se viene riconosciuta l’impossibilità di camminare o svolgere attività fuori dalle mura domestiche senza assistenza.

Vediamo a questo punto quando si verifica la necessità di assistenza, quella che deve essere riconosciuta dalla commissione medica dell’Asl e che può dare diritto all’indennità di accompagnamento.

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Indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente e necessità di assistenza

Per ottenere l’indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente, quindi, è necessario dimostrare di avere necessità di assistenza fuori dalle mura domestiche.

Innanzitutto, precisiamo che l’indennità di accompagnamento viene concessa alle persone non autosufficienti che hanno bisogno di assistenza continua.

Questa necessità si verifica quando l’autonomia nel compiere il complesso di atti significativi ed esistenziali viene a mancare e sorge, rispetto a una persona normale della stessa età, l’esigenza di assistenza continua per assicurare le condizioni vitali per l’autosufficienza quotidiana.

La Corte di Cassazione, però, stabilisce che anche l’impossibilità di pochi o di un solo atto che impedisce la normale autonomia nella vita quotidiana, possa attestare la necessità di un’assistenza giornaliera, determinando la non autosufficienza per la concessione del beneficio (Sentenza della Cassazione 13362/2003).

Quindi, ricapitolando: si può concedere l’indennità di accompagnamento a chi è autosufficiente nel compiere gli atti quotidiani all’interno della propria abitazione ma ha comprovata necessità di assistenza fuori dalle mura domestiche, al fine per esempio di provvedere al rifornimento necessario per i viveri e di medicinali.

Per fare un esempio: un anziano che si muove tranquillamente all’interno di casa, ma non riesce a raggiungere da solo il supermercato o la farmacia per problematiche relative alla sua età, ha diritto all’indennità di accompagnamento.

Ovviamente, le difficoltà relative all’età o alle patologie, devono essere verificate e riconosciute da una commissione medico legale dell’Asl.

Per approfondire l’argomento sull’indennità di accompagnamento, quindi su quali sono i requisiti per ottenerla e come richiederla, ti lasciamo una lista di articoli:

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